di Antonio DEL VECCHIO
Un’altra grande matriarca del Borgo Antico di Rignano è venuta a mancare ieri mattina, a Casa Sollievo della Sofferenza in San Giovanni Rotondo. Si tratta di Maria Vincitorio (foto) 97 anni compiuti e ben portati. Abitava in via Arco Ceci, uno degli scorci architettonici tra i più belli e caratteristici del paese. Maria era stata ricoverata l’altro giorno per sospetta frattura del femore.
Se ne è andata via in punta di piedi, senza un lamento, convinta di farcela come è accaduto più volte nella sua longeva vita. Tanti anni fa aveva perso la figlia Silvana, mentre si affacciava alla sua promettente adolescenza per un improvviso ed inatteso infarto. Aveva sofferto le pene di Giobbe da sola, perché marito e figli, dopo le esequie erano stati costretti a rientrare in Germania, impegnati com’erano nel lavoro di emigrati.
Furono anni di sofferenza, convinta che nulla avrebbe potuto fare per salvarla, si rialzò e continuò la sua vita come prima. Allo stesso modo ed età alcuni anni dopo perse anche la seconda figlia Damiana. Gridò di nuovo il suo dolore di mamma al Cielo e l’Altissimo la consolò e sollevò dalla tragedia.
Dopo il rientro del marito, Pietro Nisi, per pensione, lei ritornò a sorridere, come sempre al prossimo e a quanti le giravano attorno nella sua numerosa famiglia di origine.
Essa era una artigiana nata. Sapeva tagliare e cucire, ma anche disegnare ed inventare l’abito adatto al momento giusto. Lo faceva, però, senza scopo di lucro e solo per i famigliari vicini e lontani. Chi scrive ricorda il suo primo vestito da Carnevale. Era ispirato ad Arlecchino, ossia era stato cucino a toppa a toppa di vario colore, usando alcune stoffe pervenute a lei da parenti americani.
Alla fine della festa, dopo aver girato in lungo e in largo il paese per tre giorni, l’abito fu riempito di stracci vari e bruciato sulla Ripa dove, intanto si erano tanti coetanei ed amici dell’indossatore, facendo finta di piangere il Carnevale morto. Chi scrive, ricordando l’episodio, si commuove ancora e scendono dal suo viso lacrime vere, perché il vestito l’aveva confezionato la scomparsa, la sua cugina grande, che voleva bene come una madre.
La vita di pensionato del marito l’aiutò tantissimo. Furono anni felici per lei, che tornò a ridere e a cantare com’era il suo carattere. Essa non era ‘d’altri tempi’, come fa pensare la sua veneranda età, ma una donna sempre viva ed aggiornata al nuovo, anche perché le notizie del giorno le venivano portate direttamente dal marito Pietro, comunista convertito alla grande svolta di Berlinguer. Infatti, quest’ultimo, seguiva in prima persona in chiesa ogni funzione e si occupava del sociale, in prevalenza degli anziani, come responsabile della loro associazione. Tant’è che la stessa, dopo la sua morte, acquisì il suo nome e programma.
Anche in questo caso la protagonista odierna non si accasciò e si sollevò di nuovo, affrontando la solitudine con molto coraggio e savoir faire. Non ha avuto mai bisogno di aiuto, tranne negli ultimi due anni, seguita da lontano dalla figlia Maria, residente a Foggia, e da una badante amica per le faccende quotidiane.
Le esequie saranno celebrate domani, domenica 15 novembre, alle ore 15:30 nella Chiesa Matrice dell’Assunta, da lei puntualmente frequentata in tutte le feste comandate. Va da sé che per via dell’ultimo decreto anti-Covid-19 non sarà permesso al pubblico di partecipare. Quindi la salma, dopo la Santa Benedizione sarà tumulata nel locale Cimitero.
La presente testata esprime a tutti i componenti vicini e lontani della famiglia la sua stretta vicinanza! Addio, zia Maria, non ti dimenticheremo mai!