di Raffaele Fino e Giuseppe Soccio
A dieci anni dalla sua scomparsa, vogliamo ricordare la figura di Tommaso Nardella per le sue ricerche storiche, per il suo impegno di raccolta e salvaguardia del patrimonio archivistico e librario della nostra comunità cittadina, e non solo, e per la sua civile attività di animatore culturale, di organizzatore di mostre e convegni (pensiamo solo, tra i tanti eventi che lo hanno visto protagonista, alla Prima Mostra Bibliografica sul Gargano presso la Biblioteca del Convento di San Matteo, di cui è stato tra i più preziosi ed assidui collaboratori, alla mostra bibliografica su Angelo Ciavarella in collaborazione con la Biblioteca Palatina ed il Museo Bodoni di Parma, alla mostra documentaria su Reazione e brigantaggio in Capitanata, ai convegni su Antonio Salandra e su Luigi Zuppetta, ai convegni sulla storia di San Matteo, sull’archeologia in Capitanata, sul Fuoco Sacro).
In due pannelli, poi, sono riprodotte le copertine delle sue numerose pubblicazioni, circa quaranta escludendo gli altrettanto numerosi articoli su giornali e riviste ed i suoi interventi in occasione di svariati convegni. Alcuni documenti, come lui amava dire, per la loro rarità, sono dei veri e propri cimeli: si pensi alla allegazione forense di Natale Maria Cimaglia sul regio patronato della Real Badia di S. Giovanni in Lamis (fondamentale per la storia della nostra città) o ad un anonimo pamphlet polemico nei confronti di Michelangelo Manicone.
Riproponiamo anche, sempre in formato digitale, tre pagine di Qualesammarco, su cui ha scritto numerosi articoli. In una vi è il resoconto di una mostra di documenti sulla storia di San Marco tra ‘800 e ‘900, allestita nei locali del Circolo “Borazio” nell’ottobre del 1987. Le altre due contengono i profili del regista, nato a San Marco, Francesco De Robertis, con un articolo anche di Mario Soldati, e di Angelo Ciavarella, bibliofilo, direttore della Bibloteca Nazionale di Parma e fondatore del Museo Bodoni.
Un piccolo omaggio alla memoria di un “formicone di Puglia” che proponiamo soprattutto alle giovani generazioni per il rigore, intellettuale e morale, e l’amore degli studi storici e della conoscenza della propria terra.
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