San Marco in Lamis, Sacco e Vanzetti: la via da ripristinare

di Raffaele Fino

Ultimamente, quando tornavo da Foggia e mi fermavo all’incrocio di Borgo Celano, allo stop, provavo spesso una strana sensazione. C’era qualcosa che non andava. Chiaramente non andava (e non va) l’incrocio, con la sua scarsa visibilità. Ma c’era qualcos’altro. Un ricordo che non affiorava.

Finché un giorno, quest’estate, leggendo un articolo su Alias, (il settimanale sui libri de il manifesto) tutto si è incominciato a chiarire.

L’articolo ricordava l’arresto di Sacco e Vanzetti, avvenuto, cento anni fa, il 5 maggio 1920. Ne ripercorreva le vicende sino all’esecuzione capitale dando conto pure delle iniziative che continuarono dopo la loro morte, fino alla riabilitazione nel 1977.

Cosa c’entrano Sacco e Vanzetti con l’incrocio di Borgo Celano? C’entrano eccome. Perché mi sono ricordato che era stata loro intitolata una via nel lontano 1982, sindaco Giuseppe Soccio. Per esserne sicuro sono andato subito a consultare l’ottimo libro “Fra orti e mugnali” di Matteo Ciavarella e lì trovavo la conferma che non mi sbagliavo.

Così Matteo Ciavarella nel citato libro (pg. 186 ):

Sulla strada provinciale per Foggia, subito dopo il bivio. Denominazione deliberata dal Consiglio comunale nella seduta del 6 febbraio 1982. (la n. 583 n.d.r.)

Dedicata agli operai italiani Nicola Sacco, di Torremaggiore, e Bartolomeo Vanzetti, piemontese, emigrati in America, accusati di aver ucciso nel 1920 a scopo di rapina due impiegati di South Braitree (Massachussetts). Poiché contro di essi non vennero raccolte prove decisive di colpevolezza, l’opinione pubblica mondiale si convinse che essi vennero accusati soprattutto per la loro appartenenza al movimento anarchico. Petizioni da tutto il mondo invocarono invano la grazia per i due, che vennero giustiziati il 23 agosto 1927.”

Mi sono, così, ricordato anche che all’inizio la via riportava l’esatta intitolazione (vedere l’allegata planimetria), poi scomparsa. Quando? Perchè? Non sono ancora riuscito a darmi una spiegazione. Al suo posto oggi si legge Via Montenero, mai deliberata. All’ufficio anagrafe del Comune risulta una scheda che riporta la dicitura “Via Sacco e Vanzetti”, senza alcun residente, mentre alla Via Montenero risultano residenti sette nuclei familiari.

Siamo in presenza di una “stranezza” operata in contrasto con il deliberato del Consiglio Comunale, che non si può tollerare. Una strada con due intitolazioni: una deliberata dal Consiglio Comunale, l’altra no. E’ legale tutto ciò?

Facciamo appello al Sindaco, che non centra niente con la vicenda (fino a questo momento), all’assessore al ramo, al Responsabile del Settore Urbanistica e toponomastica, al Segretario comunale, affinché sia ripristinata l’originale intitolazione e sia conservata la memoria dei due operai italiani, morti innocenti perchè anarchici e immigrati. (“ Se anche non fossero colpevoli di assassinio – disse l’accusatore Katzman – sono colpevoli di socialismo”).

Come ricorda Matteo Ciavarella nella nota citata, la vicenda suscitò indignazione in tutto il mondo. Ci furono proteste, marce, appelli, petizioni e prese di posizione di artisti, poeti, scrittori ecc.

Molti i governi che intervennero per fermare l’esecuzione, ivi compreso quello italiano.

Niente da fare.

La notte del 23 agosto 1927 l’esecuzione ebbe luogo.

Sacco e Vanzetti da quel momento continuarono a vivere nella memoria di tutti i democratici, ( e vogliamo che la loro memoria continui a vivere anche a San Marco ripristinando la via a loro dedicata) grazie anche alle opere, appunto, di artisti e intellettuali vari.

Ne ricordiamo solo alcuni. George Grosz, pittore, con la sua Statua della Libertà (1927) che impugna, invece della fiaccola, una sedia elettrica; Ben Shahan con il ciclo di dipinti dal titolo The passion of Sacco e Vanzetti (1929 e 1967); Giuliano Montaldo con il film Sacco e Vanzetti (1971), musiche di Ennio Morricone e Joan Baez, che sulle musiche dei titoli di apertura del film compose la canzone Here’s to You.

Le loro vicende vennero cantate anche con i modi delle ballate popolari proprie dei cantastorie. La più famosa è Sacco e Vanzetti, ripresa da Francesco De Gregori e Giovanna Marini nel cd Il fischio del vapore. Significativo anche il canto in dialetto napoletano Lacrime e’ cundannate, entrato nel repertorio della Nuova Compagnia di Canto Popolare.

Vasta la bibliografia. Segnaliamo in particolare gli articoli e i libri di Luigi Botta che si interessa del caso da oltre un cinquantennio.Tra l’altro ha pubblicato : Sacco e Vanzetti: giustiziata la verità (1978), con l’introduzione di Pietro Nenni; La marcia del dolore (2017),cronaca dei funerali e del viaggio delle loro ceneri dagli USA ai paesi natali; Le carte di Vanzetti ( 2019 ).

Mi auguro, sinceramente, che si diano le disposizioni necessarie per ripristinare la via così come deliberato dal Consiglio Ccmunale.

Che questo centenario (sono gli ultimi giorni) non passi invano. La memoria vale.

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