Ma anche un anno che, seppur mortificato dalla pandemia tuttora vigorosa, ha avuto spunti letterari e musicali in grado di arricchire il nostro paese di novità
di Luigi Ciavarella
Fare un bilancio dell’anno appena trascorso comporta dei rischi perché qualsiasi cosa si dica degli eventi che ne hanno caratterizzato il percorso non si può non sottolineare che sia stato un anno maledettamente segnato dalla pandemia del coronavirus che ha condizionato ogni cosa. Tuttavia abbiamo avuto, seppure con minore impatto rispetto al passato, una serie di fatti legati alla cultura che hanno evidenziato, semmai ce ne fosse bisogno, quanto sia perlomento costante la vitalità che ha dimostrato la nostra cittadina nei confronti dell’arte come della letteratura e della musica.
Abbiamo appena segnalato lo splendido secondo tomo dei “Canti popolari di San Marco in Lamis” di Grazia Galante, la nota ricercatrice che ci delizia da tempo delle sue ricerche sempre gustose e fondamentali per la salvaguardia della nostra memoria collettiva che già si profilano altri progetti all’orizzonte.
L’anno comincia con un paio di eventi entrambi sostenuti dall’interesse per la parola dialettale. Il primo ha riguardato la presentazione del volumetto di Francesco Paolo Borazio, – il nostro poeta vernacolare per antonomasia -, dal titolo “lettera dalla Sguizzera” , curato da Antonio Motta, in cui l’Autore, scomparso nel 1953, immagina di inviare lettere dalla Svizzera a parenti e conoscenti, con una scrittura dal carattere spiccatamente autoironico. Il secondo invece si è prodotto al Teatro Giannone dove il cantautore Ciro Iannacone ha tenuto un concerto particolarmente intenso in cui ha presentato il suo nuovo lavoro dal titolo “Retratte Pajesane”, un album insolito, dialettale, i cui testi sono stati scritti da Antonio Villani.
Riguardo la letteratura il paese ha perduto la sua massima autorità nel mondo, Joseph Tusiani, scomparso a New York in aprile all’età di 96 anni e ciò ha spinto Pietro Villani a dedicargli una poesia dal titolo “Il ritorno del Cerilo”, diventato nel frattempo anche un video realizzato da Gino Caiafa. Allo stesso modo lo ha fatto anche per Angelo Gualano, il giovane perito accidentalmente, la cui scomparsa ha suscitato molta emozione in paese, dedicandogli “Il volo dell’angelo”. Ma prima di lui ci aveva pensato anche Antonio Villani, anch’egli impressionato dal triste evento, che invece si è espesso in forma dialettale (Vole d’Angelo).
Rimanendo in tema abbiamo avuto alcune poesie dialettali a forma di ballata rivolte all’attualità nefasta dominata dalla pandemia della prima ondata. In questo senso sia Tonino Villani che Raffaele Nardella, uno dei leader della formazione popolare Festa Farina e Folk, si sono espressi in proposito. Il primo, in chiave ironica e leggera, (“Aria malata” ma, successivamente, anche “La ballata la crona” Tempe malate”) il secondo, con tono molto più diretto e musicale (“Tarantella malata”), poi diventata un motivo musicale grazie agli arrangiamenti di Angelo Ciavarella. Raffaele Nardella e Angelo Ciavarella con Sara La Porta, una delle voci più suggestive del panorama cittadino, sono anche responsabili della rilettura di uno dei canti devozionali più antichi del mondo (Deus ti salvet, Maria), di tradizione sarda, eseguita durante i giorni che precedono la Paqua. Un evento molto emozionante che ha segnato la settimana Santa.
Non da meno l’unico romanzo scritto da Joseph Tusiani, uscito in piena pandemia, dal titolo “Quando la Daunia bruciava” (CD L. Sciascia editore), a cura di Antonio Motta, che rievoca uno dei momenti più tragici della città di Foggia bombardata dagli anglesi nel corso dell’ultima guerra mondiale. Un romanzo scritto dall’Autore nel 1949 e rimasto inedito per tutto questo tempo. Anche questo un libro importante da leggere.
Così come sono stati importanti i romanzi dei narratori italiani che si sono avvicendati nel corso della Rassegna Letteraria “Pagine d’Autore” durante l’estate scorsa. Una realtà culturale cittadina diventata nel frattempo un appuntamento fisso che tiene ogni anno al centro dei suoi obiettivi l’invito alla lettura attraverso i libri e le testimonianze degli Autori. La manifestazione è guidata, direi con competenza e passione, dalla professoressa Carla Bonfitto.
Quasi in contemporanea abbiamo avuto anche l’impegnativo CD single di Mikalett dal titolo “L’Alleluja”, in duplice versione vernacolo/lingua con testo scritto da Antonio Villani e curato musicalmente da Natale Tenace e Le Pietre Azzurre e, qualche mese prima, anche il melanconico “Sognare l’America” di Ciro Iannacone su testo di Giuseppe Bonfitto. Da segnalare in proposito anche un intero CD di brani evergreen uscito l’estate scorsa a nome della formazione i Monoreddito, di cui questo giornale ha già dato notizia, dal titolo “Just for fun”.
Insomma un anno vissuto pericolosamente sotto la scure del morbo ma anche un anno in cui il paese è riuscito a sopravvivere con sufficiente dignità e rispetto delle norme, pensando addirittura di arricchire, con la vitalità con cui si è sempre contraddistinta, spazi culturali e paesaggistici importanti come per esempio la realizzazione in alcuni angoli suggestivi del paese della street art con frasi celebri dei nostri autori più famosi (Tusiani e Tardio ma anche del giovane scrittore Antonio Shiena), grazie ad un pugno di ragazze, e l’inaugurazione del monumentale Arco in piazza Europa progettato dall’architetto Antonio Pio Saracino, che apre una nuova era per il paese, almeno voglio sperarlo.