VIDEO|Una scuola in movimento
Saremo mai in grado di calcolare tutti i danni che la pandemia ha arrecato alle giovani generazioni in termini di opportunità e di crescita?
La risposta ce la potremo dare forse tra qualche anno quando ne verificheremo gli effetti a posteriori, quando, fatta salva prima di ogni altra cosa la nostra salute, potremo valutare il peso di questo particolare anno di formazione a distanza, lontani da tutto e da tutti, soprattutto dal nostro abituale modo di apprendere. Tutti noi, nostro malgrado, abbiamo dovuto creare, infatti, un ambiente di apprendimento igienizzato, asettico, privandoci di quelle contaminazioni che hanno costituito da sempre le migliori occasioni di crescita. Quanto e in che modo ha contaminato la nostra esistenza il gesto di generosità di un compagno che ha spezzato il suo panino quando abbiamo dimenticato la merenda? E la penna arrivata a salvarci durante il compito in classe prestata dall’amico di banco e rigorosamente passata migliaia di volte in bocca?
E una stretta di mano? Un girotondo? Un sussurro all’orecchio? Abbiamo dovuto imbavagliare con una mascherina i nostri sorrisi, la nostra espressività, sterilizzato le nostre vite da tutti quei gesti che ci hanno aiutato a crescere e ci hanno formato più di quanto avrebbe fatto un intero trattato di fisica quantistica contribuendo ad aggiungere quel mattoncino in più nella costruzione della personalità di ognuno e determinato la svolta nel nostro diventare grandi. Il Covid, tuttavia, pur avendo privato ognuno di noi di qualcosa di importante, per assurdo e inconsapevolmente, ha regalato, a chi ha saputo coglierle, grandi opportunità. Ha dato a tutti noi modo di renderci conto che la scuola, proprio quando è dovuta venire meno, ha un ruolo importante e un peso nelle nostre vite.
È il luogo dove, pur tra mille limiti e contraddizioni, quotidianamente e per anni si dipana buona parte della nostra esistenza e dove si intesse la trama di quello che saremo da grandi. Ha dato a noi, famiglia e scuola, la possibilità di dimostrare quanto sia importante lavorare insieme per la crescita dei nostri bambini in un progetto integrato e condiviso, in cui un elemento non può escludere e prescindere dall’altro senza che l’intero processo venga inficiato decretandone il fallimento. Scuola e famiglia hanno spalancato attraverso un computer la stessa finestra e hanno guardato con prospettive diverse lo stesso giardino, quello dei nostri ragazzi, rendendosi conto che solo la collaborazione avrebbe prodotto buoni frutti. Fuori da ogni metafora, il mestiere di educatori, siano essi familiari o operatori scolastici, resta quanto mai difficile ai giorni nostri.
Noi tutti, che per un motivo o per un altro entriamo in questo processo, svolgiamo un compito non facile e abbiamo un ruolo determinante e delicato. Operare scelte per la formazione dei propri figli alla luce di tutto questo è impresa ardua e noi, come docenti della Scuola Primaria “Balilla”, vogliamo raggiungere anche con mezzi inusuali e sostenere chiunque si stia accingendo ad intraprendere un percorso formativo; arrivare a tutti coloro i quali hanno voglia di conoscere il nostro modo di “fare scuola” e sapere come ci siamo organizzati in tempo di Covid; rivelare quali strategie abbiamo adottato per educare in un tempo di veloci mutamenti connotandoci come” una scuola in movimento”.
Insomma, vogliamo palesare il nostro impegno per formare i ragazzi e perseguire il fine istituzionale che lo Stato ci affida: aiutare a crescere le future generazioni con lo sguardo rivolto al progresso scientifico dando però anche il giusto valore alla propria origine e valorizzando le tradizioni; avere rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente; educare alla legalità; considerare la diversità un valore di riferimento in una società multietnica; adattarsi in un mondo estremamente mutevole grazie alle competenze acquisite, alle molteplici forme di intelligenze sviluppate, alla capacità di imparare ad imparare. A conclusione di questa riflessione arriva l’augurio del corpo docente della scuola primaria “Balilla-Compagnone-Rignano Garganico”: che ognuno riesca a trovare la giusta strada per uscire vittorioso e incolume da questa triste congiuntura e che le future generazioni possano arrivare al traguardo del “successo formativo”.