Debiti e Servizi Sociali, l’Ambito Territoriale all’Osl: «Rifiuto l’offerta e vado avanti»

 L’Ambito Territoriale rifiuta la proposta transattiva dell’Osl. Si torna indietro di cinque anni

Per capire lo stato di salute di Palazzo Badiale, le forze politiche in campo più che darsi battaglia su nomi e alleanze, dovrebbero iniziare a guardare tra le pieghe del bilancio e spiegare ai cittadini come stanno realmente le cose.

Difatti, scorrendo le varie deliberazioni dell’Organo Straordinario di Liquidazione – il team composto dai tre esperti nominati dal Presidente della Repubblica per risanare i conti del Comune, dopo la dichiarazione di dissesto finanziario decretato il 20 luglio 2015 dal Consiglio Comunale di San Marco in Lamis – si capisce bene che la situazione è ancora lontana dal dirsi risolta.

La cartina al tornasole è il verbale n.4 del 7 gennaio 2021 (clicca qui), nel quale torna alla ribalta l’annosa questione dei fondi destinati al Piano Sociale di Zona dell’Ambito Territoriale di San Marco in Lamis, cui fanno parte i Comuni di San Marco in Lamis (comune capofila che gestisce la cassa), San Giovanni Rotondo, San Nicandro Garganico e Rignano.

Detti fondi, come si ricorderà, anziché essere utilizzati per l’attivazione dei servizi destinati alle fasce più deboli del Consorzio, furono usati all’epoca dal Comune di San Marco in Lamis per far fronte alle proprie spese correnti. Si tratta di 4 milioni e 128 mila euro, “evidente frutto di irregolare gestione contabile”, che il Comune di San Marco in Lamis deve restituire all’Ambito. Nel verbale citato, per chiudere definitivamente il contenzioso, l’OSL ha proposto di liquidare nelle casse dei servizi sociali circa 2 milioni e 500 mila euro. E questo alla luce della procedura semplificata, accettata il 3 novembre 2016 dalla giunta Comunale in carica. In pratica con tale normativa viene liquidato entro 30 giorni dal 40 al 60% del credito vantato (al contrario della procedura ordinaria, molto più cara per il Comune e lunga anni che prevede teoricamente il pagamento di tutto il debito, senza avere, per i creditori, la certezza di un totale pagamento).

Ebbene, per quanto si evince dallo stesso verbale, la proposta dell’OSL è stata rifiutata da Michele Merla ( in qualità di presidente pro-tempore del Coordinamento Istituzionale – Ambito Territoriale di San Marco in Lamis) e dal presidente del Coordinamento Istituzionale prof. Michele Crisetti (sindaco di San Giovanni R.). Una situazione di stallo che ha costretto l’OSL ad accantonare con vincolo di destinazione circa 2 milioni di euro, “pari al 50% del credito vantato di euro 4.128.874,54”.

Adesso c’è da capire – e questo andrebbe spiegato dalle forze politiche che governano o che aspirano a governare – come sarà gestita la disputa: la somma tornerà per intero come debito nel bilancio dell’Ente di Piazza Municipio oppure finirà in un limbo non meglio definito? Anche perché l’OSL ha quasi terminato il suo mandato (5 anni) e presto dovrà relazionare circa il lavoro fatto e su quello che, per causa di forza maggiore, finirà o potrebbe finire nel calderone di eventuali liti legali, tali da minare ancora una volta la tenuta finanziaria del Comune di San Marco in Lamis. A tutto ciò vanno aggiunti ulteriori 500 mila euro messi da parte per lo stesso motivo (procedura semplificata non accettata da diversi creditori).

Restano poi appese altre questioni, sempre su fondi impropriamente spesi o per contenziosi conclusi o ancora in corso: AGEA (Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura) 300 mila euro, 250 mila euro degli Usi Civici, 700 mila euro afferenti gli espropri Case Popolari e oltre un milione e mezzo di euro per la vicenda “Opera Pia”. Altra incognita è rappresentata dai creditori non ammessi alla massa passiva – e che potrebbero fare ricorso – ai quali l’OSL non ha riconosciuto nemmeno un euro di rimborso.

Evitando di fare i conti “alla femminina” salta subito all’occhio che la luce in fondo al tunnel è ancora un lontanissimo puntino bianco.

A chi di dovere l’ardua sentenza.

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