Sul Presepe Vivente di Rignano, un libro di Don Mario Ardolino
di Antonio Del Vecchio
È in vetrina da poco il v. “Rignano / un pellegrinaggio tra fede / e tradizione cristiana nel presepe vivente”. Una pubblicazione, quest’ultima, giudicata da subito meritoria di ogni considerazione, specie nell’attuale momento di pandemia e di totale chiusura di ogni iniziativa non solo economica, ma anche culturale.
Tra l’altro, quella del Presepe Vivente, che dal 1998 si ripete ininterrottamente in paese, attirando sul posto migliaia e migliaia di visitatori, estasiati di rivivere non solo i momenti salienti della natività del Signore, ma nel contempo di respirarne l’aria antica in uno scenario, come il centro storico di origine medievale, non dissimile da quello vissuto ai tempi del Cristo bambino.
Il libro trova anche la sua opportunità e pregio per l’assenza del Presepe 2020-2021, bloccato appunto dagli ultimi Dpcr.
Il prezioso rimedio si deve a Don Mario Ardolino, autore del libro, fotografo creativo nato e valido ricercatore, che in breve tempo è riuscito a raccogliere tutto il materiale occorrente, cucendo e ricucendolo ogni cosa con i punti della fede e del Vangelo. Non a caso il volume si sviluppa e s’impernia su un ipotetico viaggio fotografico di quanto vissuto dalla manifestazione fino allo scorso anno, mettendo insieme le immagini scattate dal medesimo autore assieme al non di meno creativo fratello Raimondo nel corso degli anni trascorsi e riguardanti sia le immedesimazioni storiche evangeliche sia le botteghe e le principali attività vissute dal paese nei tempi passati, con particolare riferimento alla cosiddetta ‘civiltà contadina’.
Puntualmente Don Mario non tralascia di commentare ogni scena ed avvenimento con una sua riflessione religiosa tratta dal Vangelo o dall’Antico Testamento, che ben confà al momento, costringendo il lettore ad un propizio esame del suo comportamento alla luce dei valori cristiani della vita e dell’umanità. Parte bene con la Lettera a San Giuseppe di Don Tonino Bello (in A tavola con la Trinità, Cinisello Balsamo, 2014), sacerdote e vescovo, scomparso anni fa in odore di santità. Un Santo, che conosce bene il paese, in quanto antico amico di Don Pasquale Granatiero, già parroco del paese, scomparso alcuni decenni fa, ma soprattutto perché qui ha avuto modo in quei tempi di ordinare sacerdote Don Gino Cella (3 agosto 1991), salesiano e direttore assai attivo in quel di Foggia.
Don Tonino fa un articolato excursus sulla vita artigianale dei piccoli centri, in particolare di quella del falegname, un punto di riferimento sia per i valori praticati in un tempo non troppo lontano, legato all’esperienza e all’apprendimento manuale di un determinato mestiere, nonché come luogo di comunicazione del “ che bolle in pentola” di una piccola comunità come quella in parola. Di questi, come degli altri artigiani, ogni opera, piccola o complessa che sia aveva la sua firma ed originalità, diversamente dalla società consumistica succedutasi di ieri e di oggi, dove tutto è stato cancellato ed omologato. Nel descrivere la vita del falegname, riporta alla luce i tratti salienti della vita di Gesù e della madre Maria, così come fattici conoscere dal Vangelo.
Da qui nascono tante altre riflessioni, indispensabili per capire i tempi correnti e viverli con fede e valori cristiani, mettendo al primo posto l’amore verso Dio e il creato. Attraverso la lettura del libro e la visione delle immagini si ripercorrono, come nella scenografia di un film, i mestieri scomparsi o semi scomparsi, procurando nostalgia tra le generazioni presenti e acculturando su questi temi quelle le nuove. Tra l’altro il riferimento è all’impagliatrice di sedie, allo scrivano, alla lavandaia, alla lattaia, alla venditrice di stoffe, alla sarta, alla ricamatrice, al liutaio., ecc.
A proposito di quest’ultimo mestiere va evidenziato che in paese resiste ancora un praticante incallito, al secolo falegname. Si chiama Gabriele Orlando. Lo stesso oltre a ricostruire ex novo chitarre battenti e liuti, è riuscito persino a presentare gli strumenti musicali in fiere come la Bit di Milano e ovviamente a venderli su prenotazione, in quanto prodotti di nicchia.
Il Presepe Vivente di Rignano, oltre che degli antichi mestieri, si è occupato anche di pezzi di vita di un tempo, come corredi e scene di matrimoni, di tarantelle e serenate e quant’altro attinente la vita contadina. Hanno collaborato in redazione Antonio Iannacci, Eleonora Cordone, Maria Grazia Sfirro e Angelo Radatti, mentre la sponsorizzazione è de “ La Massariola”, rinomata azienda agricola del luogo, che si interessa di coltivazioni tipiche locali, a cominciare dall’olio di oliva “Ottantasei”.
Il libro di Don Mario, 115 pagine in tutto, è da apprezzare tantissimo, perché restituisce alla città un pezzo di autenticità della sua vita e cultura antica sì, ma ancora attuale nei suo valori ed insegnamenti. Lo si legge al pari di una favola senza difficoltà e peso alcuno, alternato com’è di scritti brevi e semplici e simpatiche immagini, dove ognuno intravede una parte di se stesso. Complimenti all’autore!
N.B. Il libro è rintracciabile nelle più importanti librerie della provincia e presso i negozi del posto.