San Marco in Lamis, una mamma scrive al sindaco: «Lei ha dimenticato cosa vuol dire essere bambini!»
Lettera aperta di una mamma al sindaco di San Marco in Lamis Michele Merla: «Sono forse i nostri piccoli, quelli degli asili privati, gli untori?»
Buongiorno Sindaco, Le scrivo da mamma e questa mia lettera ha uno scopo ben preciso: conoscere le motivazioni che l’hanno portata ad emanare, nella giornata di domenica 21 febbraio c.a., un’ordinanza sindacale che dispone la chiusura delle scuole private della città da Lei amministrata, per l’esattezza la scuola dell’infanzia “Isabella De Rosis” e “Michelina Gravina”, dal 22 febbraio al 5 marzo, lasciando alle scuole pubbliche la facoltà di decidere in maniera diversa.
Affermo questo perché, nell’ordinanza regionale emanata dal Governatore della Puglia il 20 febbraio c.a., e sono certa che Lei l’avrà letta per intero, nella parte finale è riportato quanto segue: ”è data facoltà alle Istituzioni scolastiche di ammettere in presenza gli alunni che, per ragioni non diversamente affrontabili, non abbiano la possibilità di partecipare alla didattica digitale integrata, purché complessivamente non venga superato il limite del 50% della popolazione scolastica per ogni singola classe o SEZIONE D’INFANZIA”.
Ora, io non so se i suoi figli all’età di due/tre/quattro/cinque anni sapessero utilizzare il pc tanto da essere in grado di poter giocare, imparare e interagire con gli altri bimbi attraverso tale strumento, ma le posso assicurare che il mio bambino non lo sa fare. E allora, perché togliere ai nostri piccoli l’opportunità data dal nostro Governatore di continuare a socializzare, imparare e giocare in luoghi sicuri? Perché i nostri piccoli, e solo loro, visto che i giovani continuano a non rispettare le regole, devono rimanere in casa? Sono forse i nostri piccoli, quelli degli asili privati, gli untori?
Le posso assicurare che oggi 22 febbraio, nelle scuole della Regione Puglia, e non solo nelle scuole dell’infanzia, ci sono bambini e ragazzi che stanno frequentando le lezioni in presenza, sempre nel rispetto del 50%; e non sto parlando solo di alunni diversamente abili e BES, ma anche di ragazzi che non posso seguire la DDI per motivi validi. Lei così sta negando un diritto a dei bambini che non hanno colpe, se non quello di voler giocare, imparare e socializzare con altri bimbi in luoghi sicuri.
Forse, Lei sindaco, ha dimenticato cosa vuol dire essere BAMBINI!
Una mamma