di Antonio Del Vecchio
Quel del nonno è un bene incommensurabile da ogni punto di vista. Lo è per chi lo dà e per chi lo riceve.
A raccontarcelo con estremo calore e tenerezza nella sua poesia colloquiale è il poeta Alexis di San Marco in Lamis, ormai consumato attore dei suoi versi dedicati di volta in volta alle persone e ai luoghi in cui vive, a cominciare dalla famiglia e per finire alla comunità di origine, a lui estremamente cara, oltre che per le tradizioni acquisite, per motivi di vicissitudini e circostanze effettivamente vissute.
Nel declamare, egli spiega bene con i suoi puntuali distinguo la differenza che passa tra il bene dei genitori, quello dei vari membri del nucleo originario e quello dei nonni come lui. Se sono genitori, quando un figlio chiede o si lamenta, spesso le loro richieste son valutate con il cipiglio dell’educatore -padrone, sempre pronto ad opinare e nel contempo a sottovalutare o peggio a negare quanto richiesto dal figlio.
Altrettanto lo fanno i fratelli o le sorelle più grandi, considerando la richiesta del congiunto minore incomprensibile e poco utile alla vita quotidiana. Specie quando questi chiede i soldi, lo considerano inopportuno o addirittura dannoso per la sua crescita. Completamente diverso è l’atteggiamento del nonno. Egli comprende subito e soprattutto soddisfa immediatamente il bisogno del nipote, sia maschio sia femmina, semmai dandogli puntualmente più della sua richiesta. Tanto vale anche per i soldi indispensabile per un acquisto o rivolti a soddisfare qualsiasi altro bisogno vitale.
Dulcis in fundo, la fantasia del poeta va lontana e immaginando la sua morte si accorge che come lui ha pianto e patito la morte dei suoi nonni, altrettanto – immagine- faranno i suoi nipoti. E questo in virtù proprio di quel bene diverso, quello di essere puntualmente compreso e soddisfatto in ogni occasione dal nonno o dai nonni.
Ed è per questo che solitamente si dice che il nonno o i nonni non muoiono mai. Diventano semmai invisibili e dormono per sempre nel profondo del cuore dei nipoti. Ne sentono per sempre la loro mancanza e farebbero l’impossibile per tornare ad ascoltare le loro storie, per sentire le loro carezze e per vedere quegli sguardi pieni di infinita dolcezza.
Non è finita. A dare ulteriore calore e fascino al dire dell’autore ci pensa la sua voce calda e soprattutto la sonorità e delicatezza del suo dialetto, che diventa talvolta musica fine ed orecchiabile, come un risaputo ritornello. Buon ascolto!