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Covid-19 e violenza sulle donne, nasce “Signal for Help”

Signal for Help, il gesto per chiedere aiuto in caso di violenza domestica

di Melina Gaggiano

Un uomo spara e uccide la moglie e i due figli e poi si suicida: i giornali lo descrivono come un uomo molto dedito al lavoro. Un altro uomo dà fuoco alla compagna: i media raccontano la sua gelosia. Un terzo uomo viene arrestato per una violenza sessuale ai danni di una ragazza sequestrata, drogata e seviziata per ore: si parla di lui come di un vulcanico imprenditore.

Il COVID-19 sta imponendo lockdown sparsi a livello locale e nazionale da ormai un anno. Purtroppo uno degli effetti collaterali di queste misure è legato agli episodi di violenza domestica. Sono in costante aumento abusi, umiliazioni e costrizioni su donne, bambini e, anche se più raramente, uomini.

La convivenza forzata ha esacerbato e inasprito le problematiche già presenti in alcuni rapporti. Quel pizzico di “sana” gelosia fra due innamorati ha lasciato spazio ad altro, qualcosa di patologico, una morbosità che si fa strada pian piano nella mente dell’uomo fino a portarlo all’atto violento.

La violenza eseguita a danno delle donne può manifestarsi nell’abuso emozionale, in quello psicologico, nella violenza sessuale o lesiva a qualsiasi grado. Inutile dire che qualsiasi forma di violenza è dannosa e crea ferite nella donna, siano esse visibili all’occhio umano o impresse nella sua anima e nei suoi ricordi.

L’abuso emozionale è l’espressione di un disprezzo della personalità della donna che sottomette il pensiero e abbassa l’autostima. L’abuso psicologico è simile a quello emozionale, ma rinforzato da azioni violente. L’abuso sessuale, invece, è un atto di prepotenza che mira a distruggere la donna nella sua intimità, nella sua parte più profonda.

Gli atti di violenza fisica ai danni della donna sono l’espressione “definitiva”, se così si può dire, di questo fenomeno poiché spesso conducono alla sua morte. Che sia un fatto accidentale oppure premeditato, la conclusione in entrambi i casi è la perdita di un’amica, di una sorella, di una mamma… e tutto per motivi futili: il desiderio di avere l’ultima parola, il bisogno di dominare l’altro.

Queste donne si sono trovate in casa con i propri aguzzini, isolate dal mondo esterno. Spesso però le vittime proprio per questo motivo non possono fare chiamate, con le quali dovrebbero esplicitare i motivi a voce rischiando di farsi sentire dal loro crudele e assiduo persecutore.

Dal Canada arriva l’idea di utilizzare un gesto in particolare, un vero e proprio segnale di aiuto di cui ci si può servire durante una videochiamata o davanti alla finestra di casa per far sapere ad amici e parenti che si è vittime di violenza. Per questo l’associazione Women’s Funding Network’ (WFN) insieme alla Canadian Women’s Foundation ha dato vita al cosiddetto Signal for Help.

Il Signal for help è diventato un simbolo internazionale per denunciare in modo discreto la violenza domestica. Il segnale da utilizzare è il seguente: pollice della mano piegato, quattro dita in alto e poi chiuse a pugno. È importante continuare a promuoverlo e a farlo conoscere: può essere importante non solo per chi subisce violenze ma anche per coloro che, riconoscendo il segnale, possono aiutare e denunciare. Se qualcuno utilizza questo segnale con voi, fategli capire in qualche modo che l’avete notato e contattate immediatamente il numero 1522, che raccoglie le richieste di aiuto e sostegno da parte delle vittime di violenza e stalking. È attivo 24 ore su 24 e gratuito anche da cellulare.

L’emancipazione femminile che finalmente ha posto la donna in condizioni almeno formalmente paritarie rispetto all’uomo, ha evidentemente sconvolto gli equilibri. Tanta violenza verso la donna sembra la risposta di un uomo esasperato dalla consapevolezza di essere inadeguato al dialogo con una compagna in grado di competere con lui in ogni campo; la risposta di un uomo schiacciato dall’incapacità di gestire il confronto con una persona che, oltre a non essere più sottomessa dal punto di vista economico e lavorativo, ha riacquistato la piena autonomia decisionale anche in campo affettivo. La violenza è mancanza di vocabolario.

L’amore che diventa crimine è l’argomento di troppe pagine di cronaca nera. Basta un piccolo gesto per far sì che la paura lasci la casa per far spazio alla famiglia e alla felicità.

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