Il Progressive Rock italiano, la seconda fase
di Nicola M. Spagnoli
Il 1976 vede un Progressive italiano ormai agli sgoccioli anche se episodi interessanti e belli non mancano ed è per questo che abbiamo messo al primo posto il primo disco made in Italy completamente neo-canterburiano come quello dei Picchio dal Pozzo che rifacendo il verso a Robert Wyatt, ai Maching Mole, ad Hatfield & the North, ai Camel ed a Kevin Ayers almeno ci regalano brani piacevolissimi, freschi e spiritosi, in questo loro primo disco ( ma anche in quelli successivi!).
Non poteva mancare l’avanguardia pura, da vero musicologo, di Demetrio Stratos, la voce degli Area, che con le sue due facce, quella pura di “Metrodora” e quella sempre fresca e sanguigna, a cui eravamo già abituati, di “Maledetti” con il gruppo, domina incontrastato l’anno. Anche i Latte e Miele forniscono un’ottima prova virata verso il jazz come quella dei baresi Baricentro, certamente i nuovi Perigeo, oltre agli ottimi Agorà con il loro ultimo e definitivo lavoro.
Con i Celeste torniamo alle atmosfere sognati del primo Prog italiano, naturalmente anche con i redivivi Banco che pure non demeritano con il nuovo disco ufficiale (Come in un’ultima Cena) stampato contemporaneamente in italiano ed inglese dalla Manticore, la casa discografica fondata dagli Emerson Lake e Palmer ma che, quest’anno, regalano anche una interessante e sottovalutata colonna sonora, quella di “Garofano rosso“. Altra costola, ma questa più inglese che mai, dei sempiterni Osanna sono i Nova che si rivelano esaltanti, soprattutto negli assoli di sax, con la loro prima fatica “Blink” ma anche con la seconda ed ultima uscita sempre nell’anno: “Vimana“. Altra ottima prova dei Napoli Centrale è “Mattanza” più etnico del precedente ma pur sempre vigoroso ed il primo di Jenny Sorrenti che tirando un “Suspiro” di sollievo, finalmente è titolare di un lavoro tutto suo fuori dai Saint Just. I Goblin, con “Roller” forniscono la loro prova, almeno per me, migliore perchè fresca e pimpante, e ritornano Finardi con “Sugo” ultimo suo lavoro che potremmo considerare Prog, anche se con un po di sforzo, ed infine, perché no, anche i Dik Dik di “Volando“.
1 – PICCHIO DAL POZZO – PICCHIO DAL POZZO
€ 70
2 – DEMETRIO STRATOS – METRODORA 60
3 – AREA – MALEDETTI (Maudits) 40
4 – LATTE E MIELE – AQUILE E SCOIATTOLI 80
5 – CELESTE – PRINCIPE DI UN GIORNO 100
6 – BANCO – COME IN UN’ULTIMA CENA 40
7 – BARICENTRO – SCONCERTO 40
8 – AKTUALA – TAPPETO VOLANTE 150
9 – FRANCO BATTIATO – FEED BACK 80
10-AGORA’ – II 70
11-NAPOLI CENTRALE – MATTANZA 40
12-PERIGEO – NON E’ POI COSI’ LONTANO 40
13-GIANNI D’ERRICO –ANTICO TEATRO DA CAMERA 120
14-BANCO – GAROFANO ROSSO 50
15-LUCIANO BASSO – VOCI 60
16-NEW TROLLS – CONCERTO GROSSO N.2 30
17-NOVA – BLINK / VIMANA 40
18-SENSATIONS’ FIX – FINEST FINGER 40
19-JENNY SORRENTI – SUSPIRO 120
20-EUGENIO FINARDI – SUGO 25
21-ELEKTRIKUS – ELECTRONIC MIND WAVES 70
22-DIK DIK – VOLANDO 25
23-MAURIZIO MONTI – DIAVOLO CUSTODE 40
24-RADIUS – CARTA STRACCIA 25
25-CLAUDIO ROCCHI – SUONI DI FRONTIERA 45
26-ERRATA CORRIGE – SIEGFRIED, IL DRAGO E ALTRE STORIE 110
27-ESAGONO – VICOLO 35
28-GOBLIN – ROLLER 30
29-CORTE DEI MIRACOLI – CORTE DEI MIRACOLI 150
30-GROSSO AUTUNNO – GROSSO AUTUNNO 45
31-MANDILLO – MANDILLO 25
Al vertice del 1977 non poteva che esserci “Gudrun” dei Pierrot Lunaire con un’ottima nuova vocalist: la title track già da sola vale un’epoca. La Premiata Forneria Marconi con “Jet Lag” torna a volare alla grande, più evoluta, fresca ed accattivante e matura che mai, nel secondo disco americano con Bernardo Lanzetti, veramente un lavoro da grandi professionisti, che nel panorama pre-agonizzante del Prog non poteva non piazzarsi al vertice. Franco Battiato con il suo solito lavoro colto e contemporaneo non ha praticamente rivali se non, più elettrico ed eclettico, in un debuttante, Franco Leprino che però dopo il primo lavoro sparisce nel nulla, mentre Gigi Venegoni (viene dagli Arti e Mestieri) raccoglie intorno a se i migliori jazzman piemontesi e realizza un ottimo disco. Ritornano gli stili neo-romantici del primo Prog con un gruppo nuovo ed antico allo stesso tempo, La Locanda delle Fate in un interessante lavoro. I Nova danno alle stampe il secondo atto della loro trilogia (Wings of love) e Claudio Rocchi, dal suo eremo, non demorde, mentre uno sconosciuto Emilio Locurcio riesce a catalizzare intorno a se un bel pò di cervelli pop dell’epoca ne L’Eliogabalo, compresi i gloriosi Pierrot Lunaire in un’opera-concept non capìta all’epoca e quindi non appoggiata dai discografici. Sempre più etnico ed elettrico il Canzoniere del Lazio con un frenetico ritorno al ballo (popolare) mentre risentiamo il diabolico Bartoccetti dopo l’esperienza di cinque anni prima come Jacula ma che stavolta si chiama Antonius Rex (International magic group) in un disco dedicato alla strega “Zora”, ma anche questa volta la magia nera in rock non riesce a fare troppi proseliti. Peccato non abbia avuto seguito l’esperienza italiana di “Io Narciso io” raffinato esordio di Roberto De Simone che, dopo La Nuova Compagnia di Canto popolare, i Musicanova e La gatta Cenerentola, non riesce nel lancio personale. Di rilievo ancora il ritorno solistico di Gianni Leone, tastierista del Balletto di Bronzo, che con “Vero” e un nuovo nome (Leo Nero) tenta di rinverdire gli antichi fasti.
1 – PIERROT LUNAIRE – GUDRUN
€ 200
2 – PREMIATA FORNERIA MARCONI – JET LAG 30
3 – FRANCO BATTIATO – ZA 100
4 – VENEGONI & CO. – RUMORE ROSSO
150
11-ROBERTO DE SIMONE – IO NARCISO IO 150
12-SENSAZIONS’FIX – BOXES PARADISE 25
13-DONELLA DEL MONACO – 12 CANZONI DA BATTELLO 250
14-STEFANO TESTA – UNA VITA, UNA BALENA BIANCA ED ALTRE C. 180
15-CANZONIERE DEL LAZIO – MIRADAS 90
16-ANTONIO VERDE – CALYPSO 40
17- NAPOLI CENTRALE – QUALCOSA CA NUN MORE 30
18-SENSATIONS’FIX – VISIONS FUGITIVES 25
19-PENTOLA DI PAPIN – ZERO 7 45
20-LEO NERO – VERO 110
21-PEPE MAINA – IL CANTO DELL’ARPA E DEL FLAUTO 45
22-SIGILLO DI HORUS – RENDEZ VOUS 50
23-GROSSO AUTUNNO – ALMANACCO 35
24-PIAZZA DELLE ERBE – SALTARANOCCHIO 50
24-COCAI – PICCOLO GRANDE VECCHIO FIUME 110