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Leggo QuINDI Sono, tocca a Michele Cocchi. Viaggio nel mondo degli “Hikikomori”

Il secondo appuntamento live della VI edizione del premio “Le giovani parole”. È “Us” (Fandango) il secondo romanzo in concorso che verrà presentato online Giovedì 11 marzo, ore 18, lo scrittore incontra gli studenti in diretta Facebook

Chi si è ritirato, chi sta in disparte, chi si isola”. È la traduzione della parola Hikikomori: fenomeno sociale nato in Giappone che, negli ultimi tempi, è sempre più diffuso anche in Occidente. Giovani e giovanissimi che si isolano dal mondo fisico, decidendo di “vivere” solo online, spesso unicamente nel mondo dei videogame. È quanto accade al sedicenne Tommaso, il protagonista di Us (Fandango, 2020), secondo romanzo della cinquina di Leggo Quindi Sono-Le giovani parole 2021: giovedì 11 marzo, alle ore 18, l’autore Michele Cocchi incontra gli studenti delle scuole aderenti alla VI edizione del concorso-progetto. Anche questo secondo appuntamento, così come il primo andato in onda lo scorso 19 febbraio con l’autore e regista Roberto Andò, avrà luogo online sulla pagina Facebook della redazione de IlSottoSopra e, in contemporanea, sulle pagine Leggo Quindi Sono, Ubik Foggia, Biblioteca “La Magna Capitana” e Fondazione Monti Uniti, partner storici di LQS. A conversare con l’autore saranno gli studenti del B. Pascal di Foggia, del Notarangelo-Rosati di Foggia e del P. Giannone di San Marco in Lamis. La manifestazione è patrocinata dagli assessorati alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Foggia e dall’Ufficio Scolastico Provinciale.

Us (Fandango, 2020). Tommaso ha 16 anni e da 18 mesi non esce di casa, quasi non esce dalla sua stanza, è quello che gli psicologi chiamano hikikomori, letteralmente “chi si è ritirato, chi sta in disparte”. Da un giorno all’altro, ha abbandonato il basket, la scuola, le sue passioni e ormai passa il tempo a guardare video di vecchie partite NBA e a giocare ai videogame. C’è un gioco in particolare intorno a cui organizza le sue giornate, è il suo unico appuntamento fisso. Si chiama Us, noi in inglese: il gioco forma squadre da tre giocatori e le impegna in 100 campagne in un anno, una al giorno, vince la squadra che le completa per prima restando unita. L’avatar di Tommaso si chiama Logan e la sua testa è un teschio, insieme a lui giocano Rin che è una ragazza e assomiglia a un manga giapponese e Hud che sembra uscito da un videogame sparattutto. I tre non si conoscono, non possono parlare di sé, lo dicono le regole, ma diventano amici. Us ogni giorno propone loro una missione “storica”, ogni giorno li mette dalla parte delle vittime o dei carnefici, dalla parte delle Farc in Colombia, dei nazisti in Germania, di Mandela in Sudafrica, ogni giorno devono capire come arrivare alla fine avendo sotto gli occhi i massacri del ’900. Ogni giorno avranno qualcuno da salvare e qualcuno da eliminare. La Storia però può essere feroce e comportarsi da eroi non sempre è possibile, ammesso che eroe sia chi esegue gli ordini. Us di Michele Cocchi è un romanzo per lettori giovani e non solo, in cui la storia del ’900 diventa azione e ci costringe a schierarci, una sfida in cui la missione ultima è imparare come si diventa esseri umani.

Michele Cocchi. Pistoia, 1979. Lavora come psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza. I suoi racconti sono apparsi su riviste e su antologie. Nel 2010 ha pubblicato la raccolta Tutto sarebbe tornato a posto (Elliot), finalista come libro dell’anno di Fahrenheit. Il suo primo romanzo è La cosa giusta (Effigi, 2016). Con La casa dei bambini (Fandango, 2017) ha vinto la XXXVII Edizione del Premio Comisso.

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