di Antonio Del Vecchio
Strano, ma non di meno importante referendum cittadino a Rignano Garganico. Si tratta di dire si o no al taglio degli alberi da giardino che adornano da decenni Via Roma, detto anche Corso. E questo, a simboleggiare l’importanza della principale arteria di ingresso al paese. Arteria che un tempo ti portava, infatti, alla Porta Grande del borgo antico di origine e fattura medievale. Porta, quest’ultima, abbattuta nel 1869, a seguito del cambio di guardia dal regime borbonico a quello dell’unità d’Italia sotto Casa Savoia. Non a caso la parte antistante viene detta, appunto, Largo Portagrande. A sostenere la tesi dell’abbattimento e sostituzione delle piante, oltre al loro pessimo stato di salute, ci sono i lavori in corso di sistemazione delle strade laterali, dei marciapiedi e dello stesso fondo stradale che dovrebbe passare da bituminoso a pietra. Altresì, a preoccupare di più sono le radici delle piante cresciute per via degli anni e ramificatosi nel sottosuolo, minando gli stessi fabbricati. Per cui, il “repulisti” diventa salutare da ogni punto di vista, compreso quello estetico, che, a quanto previsto, sarà garantito in futuro dalla crescita delle nuove piante selezionate appositamente dai tecnici e dagli amministratori. Secondo quest’ultimi, la raccolta firme che è proseguita per tutta la giornata di ieri con le dovute distanze e gli accorgimenti anti-Covid con l’accesso all’apposito tavolo allestito di fronte alla Chiesa di San Rocco, alla presenza dell’intero staff amministrativo, compreso il sindaco Luigi Di Fiore. Prima della pavimentazione di strade e marciapiedi saranno conclusi a tamburo battenti il resto delle infrastrutture superficiali e sotterranee attinenti lo scolo delle acque bianche, della fogna, delle reti elettriche e telofoniche, compresi i cavi della fibra ottica, traducendo in pratica l’attesa rivoluzione delweb anche in un piccolo centro, come quello in parola, toccato per prima tanti anni fa dalla conduttura principale e in tempi più recenti dalla realizzazione della rete urbana. Secondo i bene informati, a volere fortemente l’anzidetto referendum , oltre al sindaco Di Fiore, sarebbe stato il diretto responsabile del settore ossia Giosuè Del Vecchio, unitamente ai tecnici progettisti e ai direttori dei lavori, oltre alle imprese appaltatrici. “Prima si fa, meglio è – ha chiosato telefonicamente col suo forbito dire pratico. Se vogliamo bene al paese e renderlo bello – ha aggiunto -, talvolta, qualche sacrificio ‘ideologico’ bisogna farlo. Noi non siamo per l’ambientalismo solo di nome ma anche a quello di fatto e compatibile con i luoghi e la vita dei cittadini”.