La Foresta Umbra restituisce vivo dopo tre giorni l’allevatore 78enne di Monte Sant’Angelo scomparso
Il “Miracolo” di San Michele. Salvo grazie a erbe selvatiche e piccole sorgenti d’acqua
di Francesco Trotta
Dopo 72 ore di angoscia è stato ritrovato in discrete condizioni di salute l’anziano allevatore di Monte Sant’Angelo scomparso in Foresta Umbra domenica scorsa 16 maggio.
Giuseppe Totaro, il sopravvissuto, aveva fatto perdere le proprie tracce tre giorni fa, quando si era allontanato dalla sua masseria che conduce con i figli (mentre una figlia ha un negozio di ortofrutta nella città dell’Arcangelo) situata in una porzione di territorio della Foresta Umbra ricadente nel Comune di Vico del Gargano.
Ieri, in tarda mattinata, l’uomo è stato ritrovato in località Pezzente in agro di Monte Sant’Angelo. Discrete le sue condizioni di salute, pur avendo passato tre notti all’addiaccio. Il ritrovamento di Totaro è opera della squadra alpina speleologica e di alcuni dipendenti Arif. Alle ricerche hanno partecipato anche carabinieri, carabinieri forestali, vigili del fuoco e U.G.R. 27 protezione civile di Monte Sant’Angelo. Dopo 72 ore di autentica angoscia, tira un sospiro di sollievo la famiglia dell’anziano, la quale ha rivolto sentiti ringraziamenti ai soccorritori.
“Mio padre ha bisogno di tutti voi” era stato l’appello lanciato dal figlio dell’anziano allevatore domenica scorsa, nell’immediatezza della scomparsa. Dopo l’allarme, le ricerche, scattate con una certa tempestività, sono andate avanti senza sosta interessando una ampia zona del “polmone verde” del Gargano. All’opera, oltre all’unità cinofila da ricerca molecolari (Ucrm) del soccorso alpino e speleologico, anche uno squadrone eliportato dei Carabinieri Cacciatori di Puglia nonché i carabinieri della locale stazione di Vico del Gargano.
L’ampia zona della Foresta Umbra individuata per le ricerche e quindi battuta con una certa minuziosità e meticolosità dai soccorritori, era stata individuata grazie al fiuto di entrambi i cani in dotazione alle unità cinofile, che da subito avevano “puntato” in quella direzione. In questi lunghi tre giorni di ricerche non sono mancati i momenti di sconforto, perché più il tempo passava e più si assottigliavano le speranze di ritrovare vivo l’anziano allevatore, considerata anche la sua età avanzata.
Ma l’uomo, buon per lui, è di scorza dura. Elemento questo che, unito alla fiducia incrollabile dei ricercatori, ha fatto il “miracolo”. Tutto è bene dunque quel che finisce bene per una famiglia descritta come laboriosa e tranquilla, dedita all’allevamento, alla pastorizia e al commercio. Ieri per i Totaro è stata la fine di un incubo, sancito dal liberatorio abbraccio dei figli col padre, il quale prima di essere trasportato in ospedale ha dichiarato ai soccorritori di essersi cibato in questi tre giorni di erbe selvatiche e di aver bevuto acqua grazie a piccoli ruscelli esistenti nella zona. Una vera e propria avventura: una fortuna poterla raccontare.