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Rignano piange Daniele Urbano, uomo semplice ed eccellente maitre d’hotel di lungo corso

di Antonio Del Vecchio

Un altro “fuori Rignano”illustre è venuto meno questa mattina a Casa Sollievo della Sofferenza, in quel di San Giovanni. Si tratta di Daniele Urbano, classe 49, albergatore di lungo corso, appartenente a famiglia assai nota e stimata nel paese

. E questo per via dei suoi componenti impegnati ieri ed oggi nel sociale. Ecco i tratti biografici più importanti della sua vita, conclusa proprio nel paese dove era nato, che amava tanto e si immedesimava quando era lontano ed avvertiva qualche soffio di vento, come diceva lui, lo riportava a Rignano, paese ventoso per antonomasia. Dopo essersi diplomato come maitre d’Hotel alla scuola alberghiera di Pugnochiuso sul Gargano, ora attiva a Vieste., giovanissimo, aveva lasciato la sua realtà in cerca di fortuna in quel di Milano, dove si trovavano già diversi suoi compaesani.

Approdò a Bresso, dove per qualche tempo visse assieme ad altri amici, dividendo con loro letti e alimenti magri al piano soffitto di un locale ubicato in Via Verdi. Erano i tempi del boom. Qui, prima di fare centro aveva sperimentato diversi lavori. Per un breve periodo fu a Roma, dove conobbe Anna, una inglese assai attiva, impegnata alla Fao, organizzazione dell’Onu, impegnata a far fronte alla fame nel mondo. Fu amore a prima vista. Si sposò e venne a vivere a Milano, dove intanto aveva trovato finalmente l’agognata sistemazione come maitre albergatore e ristoratore.

Qui nascono i suoi due figli, Matteo John e Steven. Dopo il suo pensionamento è quest’ultimo, a condurre in qualità di figlio d’arte e di direttore il motel Agip di Assago. Come accennato, Daniele era venuto in paese, accompagnato proprio dal figlio, convalescente a seguito di una operazione, per salutare ed intrattenersi per un po’ con i propri famigliari e gli amici che non vedeva da tempo, di cui alcuni già scomparsi e da lui compianti a lungo, come il professore filosofo Giulio Stilla, di cui era sin dalla sua adolescenza un convinto allievo.

Chi scrive ricorda gli incontri serali sulle scale della chiesa matrice dove per ore ed ore il prof snocciolava uno dopo l’altro racconti fantasiosi e trilling che rapivano l’interessato. Egli a un certo punto si spaventava e non voleva lasciare più la comitiva. A questo punto eravamo costretti ad accompagnarlo sino a casa sua. Che dire dei suoi quasi coetanei, Giovanni Ponziano, deceduto, e Vito Di Carlo, già sindaco del paese, che gli furono amici durante la sua avventura milanese?

Di ‘mpa’ (compà) Giulio’, così chiamavamo il prof sunnominato, fu assai colpito dalla sua scomparsa, tanto da scrivere su facebook un avvertito e struggente ricordo, in cui, tra altro definiva quest’ultimo come un impareggiabile maestro di vita. La salma dopo la solenne cerimonia della benedizione, sarà tumulata nel locale cimitero. La direzione e redazione della presente testata esprime alla sua famiglia stretta e a quella originaria del paese la loro avvertita e partecipata vicinanza al dolore. Addio Daniele, non ti dimenticheremo mai il tuo sorriso cordiale, la tua naturale eleganza  e nel contempo la tua semplicità innata  nel dire e nel fare!

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