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Rignano Garganico: giornata piena per la donazione del sangue post Covid

di Antonio Del Vecchio

Sarà il sangue della speranza quello offerto nel corso della odierna mattinata, a Rignano Garganico.

E questo in riferimento alla fine della pandemia e alla ripresa morale ed economica della popolazione, decimata dal Virus, che qui si è fatto sentire in modo quasi plateale, per via dell’alta percentuale delle vittime e per la conoscenza diretta degli abitanti.Si tratta, come già scritto altre volte, di un vero e proprio ‘fioretto’, che non poteva assolutamente mancare in un periodo come questo dove il sangue continua a giocare un ruolo importante non solo sul piano sanitario, ma anche su quello della solidarietà e del volontariato in genere.

Lo si è potuto constatare direttamente osservando ad uno ad uno i suoi soci, parecchi dei quali impegnati nei tempi andati nella politica attiva. Ora non più per la morte dei partiti decretata dal cosiddetto fenomeno di Tangentopoli abbattutosi sulla prima Repubblica. Sul campo c’erano tutti quelli del direttivo, pensionati compresi, mobilitati al massimo ed animati dalla passione altruista, a cominciare dalla presidente Anna Pia Forte, donna tutto pepe, pronta a dare per prima il suo stesso sangue pur di salvare la vita del prossimo.

Il tutto ha avuto inizio alle ore 8,30 e si è concluso a mezzogiorno in punto, in prossimità della sede dell’Associazione, ubicata in Via Pascoli, 2 (angolo nuovo Municipio).

Ad operare ha pensato un’apposita équipe di Casa Sollievo della Sofferenza, coordinata dal dirigente medico analista, Liliana d’Agrosa, coadiuvata dall’infermiere Mario Cotugno e da altri tecnici, giunti sul luogo con l’apposito Furgone – ambulatorio, non utilizzato. In sostituzione – integrazione  si è fatto ricorso alla contigua sala consiliare, più agevole e fornita anche di internet.

Da evidenziare il particolare ruolo svolto dai soci del locale sodalizio, in azione continua sotto la grande tenda, pronti ad offrire ogni supporto psicologico e materiale agli offerenti, compreso bevande analcoliche e alimenti vari. Hanno risposto alla chiamata una ventina di cittadini su una popolazione poco meno di duemila abitanti (la volta precedente ne erano più di 50).

Secondo gli organizzatori e i sanitari, il calo sarebbe dovuto al fatto che per essere sottoposti al prelievo bisognava essere doppiamente vaccinati e immuni da ogni altro grave malanno debilitante. Per di più l’iniziativa ha visto il suo svolgimento in un periodo piuttosto impegnativo sul piano economico e lavorativo, essendo in gran parte la popolazione impegnata nei lavori di mietitura e raccolta di prodotto vario nella piana sottostante.

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