Inaugurato Museo di Grotta Paglicci, la preistoria è sempre più vicina.
(di Antonio Del Vecchio) – Inaugurato Museo di Grotta Paglicci e del Paleolitico del Gargano. Ora spazio all’unione e al ritorno del turismo archeologico.
Apre il Museo di Grotta Paglicci e del Paleolitico del Parco Nazionale del Gargano. Si attendeva da oltre un ventennio nella piccola Rignano Garganico, ora è realtà.
Qualche ora fa il taglio del nastro del Museo Paleolitico dedicato ai reperti di Grotta Paglicci a Rignano Garganico. Si attendeva da almeno un ventennio, ora è realtà. Il sindaco Luigi Di Fiore e il consigliere delegato al ramo Viviana Saponiere, assieme a tutta l’Amministrazione Comunale, hanno mantenuto la promessa.
Il Museo che lega il passato al futuro.
Il Museo appena inaugurato rappresenta a tutti gli effetti un link tra il passato remoto e il futuro prossimo. Così com’è stato progettato, grazie anche alla realtà virtuale e alle riproposizioni fisiche e digitali dei reperti e dello stile di vita in grotta, oggi l’utente può scoprire o riscoprire l’uomo di Paglicci, le sue abitudini alimentari, le sue credenze religiose, le sue espressioni artistiche, il suo modo di vivere la quotidianità in un Gargano che era assai differente da quello attuale. Si tratta di 8 sale, 2 delle quali dedicate interamente ai reperti di Paglicci.
L’apertura nel giorno della morte dell’archeologo Arturo Palma di Cesnola.
L’apertura del Museo di Paglicci coincide con l’anniversario della scomparsa di Arturo Palma di Cesnola, archeologo che dedicò la sua vita al giacimento paleolitico rignanese. L’uomo è scomparso a Firenze due anni fa, ma il suo ricordo è rimasto indelebile tra i cultori delle “cose” preistoriche italiane e planetarie.
I presenti all’appuntamento.
All’appuntamento odierno erano presenti il vice-presidente della Regione Puglia Raffaele Piemontese, il rappresentante regionale Rosario Cusmai (che ha concluso i lavori a nome del governatore Michele Emiliano), il sindaco Luigi Di Fiore, il vice-sindaco Giosuè Del Vecchio, la delegata Viviana Saponiere, Anna Maria Tunzi della Soprintendenza Archeologica della Puglia, Donatella Pian della Soprintendenza Archeologica di Foggia, il tecnico Stefano Del Pozzo, che ha curato l’allestimento del Museo e dell’area multimediale.
Presenti anche i comandanti delle stazioni dei Carabinieri di Rignano e San Giovanni Rotondo, rispettivamente Alessandro Carpentieri e Antonio Acquari.
Inoltre, hanno dato il loro apporto a Paglicci l’on. Nunzio Angiola (Gruppo Calenda, docente universitario a Foggia) e l’on. Rosa Menga (Movimento 5 Stelle), che hanno offerto tutta la loro mano per ulteriori finanziamenti destinati all’opera museale e al territorio.
Oltre ai politici e ai rappresentanti delle istituzioni pubbliche non è mancata la presenza dei sodalizi che da anni si occupano di Grotta Paglicci: Enzo Pazienza (Centro Studi Paglicci), Antonio Del Vecchio e a distanza Angelo Riky Del Vecchio (in rappresentanza del Circolo Culturale Giulio Ricci – Progetto Amici di Grotta Paglicci), Maria Grazia Urbano (Associazione Talia) ed altri. Tra gli altri l’esperto archeologo Armando Gravina, tra i maggiori appassionati di Paglicci.
Il Museo gestito da Talia.
Al momento, a quanto si è appreso, in attesa di capire se ci sarà o meno un bando pubblico per la gestione della struttura (così come per il Museo dei Dinosauri di Borgo Celano), il Museo di Paglicci sarà gestito dall’Associazione Talia, che ne garantirà l’apertura. In paese intanto ci sono già diverse guide archeologico formate e riconosciute regolarmente dalla Regione Puglia.
Reperti di valore incommensurabile.
Come si sa a Grotta Paglicci sono stati rinvenuti oltre 45.000 reperti risalenti ad un arco di tempo che abbraccia il Paleolitico Inferiore, passa per quello Medio e finisce prepotentemente nel Superiore (ovvero databili tra i 500.000 e gli 11.000 anni da oggi).
Resti interi e parziali di sepolture umane, resti di animali fossili, pitture parietali, graffiti su ossa, sassi, pareti e selce, industria litica infinita e addirittura resti di pasto basati su frumento di 32.000 anni fa saranno l’attrazione del Museo di Paglicci, che ha la velleità di riportare in questa parte del Promontorio quel turismo archeologico, scolastico e ambientale di cui oramai tutti si erano dimenticati.
Storia di un Museo che si attendeva da anni.
Un po’ di storia. Il vecchio Museo, seppur monco di gran parte dei reperti, fu chiudo durante l’amministrazione di Antonio Gisolfi, sindaco su cui ci si era affidati per il rilancio dell’immagine di Paglicci e del paese, ma che ha deluso tutti nel giro di pochi mesi dal suo insediamento. Fu poi compito dell’amministrazione di Vito Di Carlo riprendere in mano le sorti della struttura museale e dell’attuale Luigi Di Fiore trovare le soluzioni tecniche, economiche e progettuali riaprirlo. Ad onor del vero il massimo boom di turisti si ebbe con l’amministrazione di Matteo Viola che riuscì a sintetizzare attorno alla grotta tutte le esperienze associazionistiche e culturali presenti a Rignano. Ora sarà compito della prossima maggioranza tentare di rilanciare il tutto, con la speranza che non si ritorni a vecchie logiche di piccola spartizione locale.
Si spera nell’arrivo al Museo di altri reperti.
Unica nota negativa: al momento ci sono pochi reperti originali a disposizione dei visitatori, ma si spera in un pronto ripensamento da parte degli Enti competenti al rilascio di tesori che appartengono alla comunità e non al singolo dirigente. E terminiamo qui la polemica, non giusta in un momento di festa come quello odierno.
Bravi tutti.
Ancora complimenti al primo cittadino e all’amministrazione che rappresenta, come maggioranze e come opposizione.
Il Progetto Amici di Grotta Paglicci.
Il Circolo Culturale Giulio Ricci ha da tempo avviato il progetto “Amici di Grotta Paglicci”, finalizzato al rilancio mediatico e culturale del sito preistorico rignanese e non solo. Questa estate si occuperà, ad esempio, della presentazione del romanzo postumo di Arturo Palma di Cesnola ispirato proprio al giacimento paleolitico. Negli anni scorsi aveva presentato il volume “Il tesoro”, sempre dello stesso archeologo, mentre gestisce il portale www.grottapaglicci.it e la pagina Facebook “Amici di Grotta Paglicci”. Lo scopo dell’iniziativa è quello di mettere in rete tutti coloro che in qualsiasi forma si occupano del sito preistorico e dei suoi reperti.
Foto di Luigi Ciavarella e Enzo Pazienza.