Truffe agli anziani anche a San Marco in Lamis, i Carabinieri lanciano l’allarme
“Pronto signora, sono un amico di suo nipote; le stiamo per recapitare un pacco per conto suo, a breve le suoneranno alla porta di casa e glielo lasceranno”.
Tutte più o meno con lo stesso canovaccio. C’è chi si fa più ardito e temerario spacciandosi per il nipote o il figlio dell’interlocutore o interlocutrice. C’è chi si finge sedicente avvocato, convincendo l’ignara vittima che il nipote, o il figlio abbiano avuto un incidente stradale e che lo stesso abbia bisogno di denaro a titolo di risarcimento alla controparte, oppure per evitare più gravi conseguenze, tipo pagare una multa o evitare di andare in “galera”. O ancora chi dice di essere il direttore dell’ufficio postale e che a breve verrà recapitato un pacco presso la casa della persona per conto di un suo parente.
Tutte le truffe, però, prevedono due elementi in comune: dopo l’approccio telefonico, passa qualche minuto ed il complice del “chiamante” si presenta a casa della vittima chiedendo soldi in contanti e/o gioielli; le vittime sono tutte anziane, per lo più da sole, comprese tra i 70 ed i 90 anni.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia lanciano l’allarme; non esiste angolo della capitanata che non abbia registrato almeno un caso: Manfredonia, Lesina, Deliceto, Castelluccio Valmaggiore, Foggia, Castelluccio dei Sauri, San Giovanni Rotondo, Ascoli Satriano, San Marco in Lamis, Apricena, San Severo, Stornarella, solo per citare gli ultimi episodi.
Gente senza alcun scrupolo che seleziona la vittima per essere particolarmente vulnerabile e fa partire il piano: l’approccio telefonico – l’arrivo in casa di complice (spesso a distanza di pochi minuti dalla telefonata) – la richiesta di denaro contante e di monili in oro e argento; il tutto giustificato con il recapito di un plico per conto del nipote/figlio della vittima, pacco molto spesso chiuso ermeticamente attraverso strati di scotch da imballaggio, al cui interno viene celato un pacco di caffè, un pacco di pasta, una risma di fogli di carta o altre cose di insignificante valore; oppure con la pantomima dell’incidente stradale per cui il chiamante e la persona che poco dopo si presentano a casa dell’anziano chiedono sempre denaro e gioielli per tirare un parente fuori dai guai.
Ma, poiché queste tecniche cominciano ad essere di dominio comune, non rappresentano che esempi o casi di scuola. Del resto si sa: chi truffa deve fare in modo che gli “artifizi” e i “raggiri” siano convincenti e credibili: ecco perché insieme alla selezione delle vittime, come detto, persone spesso indifese e vulnerabili, per lo più anziani e soli, si aggiunge il lavoro di fantasia che porta i malfattori ad escogitare sempre nuove strade ed arguzie per far cadere in errore le povere prede.
Nell’anno in corso i Carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia hanno moltiplicato le iniziative per sensibilizzare la popolazione sul fenomeno purtroppo sempre attuale. Dal Comandante della Stazione che è salito sul pulpito della chiesa durante la messa della domenica, a quello che ha organizzato incontri presso la piazza centrale del paese, o alla sala comunale; o ancora i manifesti affissi all’ingresso dei comandi Stazione.
Appare necessario, suggeriscono da via Guglielmi, tenere chiaro in mente questo monito: non appena ricevete una telefonata del tipo di quelle appena descritte non resta che fare una cosa: chiamare un parente o le forze di polizia attraverso l’utenza di pronto intervento 112. Sarà così che i truffatori, come per incanto si dissolveranno.
Come è successo in un caso, ricordano sempre i Carabinieri, in cui un’anziana signora della provincia di capitanata, veniva ingaggiata telefonicamente dai soliti ignoti che le riferivano che il marito si trovava in una non meglio precisato ufficio di polizia e che a breve sarebbe da lei passato un “carabiniere” a ritirare del denaro a titolo di cauzione per assicurarne la liberazione. La prontezza della donna faceva sì che, mentre il truffatore proseguiva a snocciolare, con dovizia di particolari, tutte le frottole alla cornetta del telefono fisso di casa, ella, contestualmente, con il proprio cellulare, contattava la propria figlia che, a sua volta procedeva immediatamente a chiamare i Carabinieri della Stazione. Ebbene il truffatore, ancora al telefono, non appena udiva la donna interloquire con la figlia e sentire pronunciare la parola “Carabinieri”, riattaccava il telefono, evitando di andare avanti nel proposito criminale.
Il Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, ricorda che mai e poi mai alcun Carabiniere chiederà denaro o altri beni a chicchessia, per alcun motivo, e raccomanda, nel caso di richieste di questo tipo, di rivolgersi con tempestività ai Carabinieri “veri”, siano della più vicina caserma o attraverso il numero di emergenza 112.