di Mario Ciro Ciavarella Aurelio
Ogni volta che si vota per le elezioni comunali, c’è una “strana” categoria che inizia a scaldarsi a bordo campo: quella del Commissario Prefettizio. Tanto tempo fa questi commissari, che hanno il dovere di tamponare i buchi amministrativi appena se ne apre uno in un’amministrazione comunale ormai in crisi, prendevano possesso di quel comune per portare avanti l’ordinaria amministrazione, fino a nuove elezioni.
Con la riforma elettorale attuata quasi trent’anni fa, di commissari prefettizi non se ne vedono più in giro: far cadere un’amministrazione comunale non è poi cosi facile come un tempo. E allora come possono prendere vita i commissari in oggetto, se i comuni non vivono piu crisi amministrative come una volta?
L’unico modo è candidarsi e fare una lista propria denominata: Il Partito del Commissario Prefettizio. Sperando di raggiungere un elettorato attento e sincero per ottenere la vittoria finale.
Fatta la lista, inizia la campagna elettorale del Commissario Prefettizio e dei simili. Per simili si intendono quelli che hanno ricoperto questo incarico almeno una volta, e anche quelli che avendo un posto di lavoro (come anche le mogli e i figli, abitazione propria, conto in banca soddisfacente), nulla chiedono e nulla daranno ai lori elettori. Un partito “senza nulla a pretendere”.
Il Partito del Commissario Prefettizio decide di fare un solo comizio: è inutile ripetere sempre le stesse cose in un mese di campagna elettorale. Si parla una volta e buona!! “Cittadini, il Commissario Prefettizio e i suoi simili, rendono noto che, con questo comizio aprono e chiudono la campagna elettorale.
Non facciamo comizi a puntate anche perché, più si parla e troppe promesse non riusciremmo a mantenere. Vi illustriamo il nostro programma elettorale e poi se volete, potete votarci. Senza nulla a pretendere: nè da parte nostra e né da parte vostra.
Il nostro programma prevede:
1) Riparazione di tutte le mattonelle già rotte durante le precedenti amministrazioni. E anche di quelle che si romperanno durante la nostra amministrazione.
2) Sostituzione di tutte le lampadine fulminate ai lampioni durante le precedenti amministrazioni. E anche di quelle che si fulmineranno durante la nostra amministrazione.
3) Festa patronale da dare in subappalto ad un comitato festa che si costituirà ad uopo. Non rispondiamo di “altri cantanti di San Matteo” precedenti alla nostra amministrazione.
4) Varie ed eventuali”.
Un programma breve ma sentito, questo del partito del commissario. Il quarto punto è quello più interessante: ci si può sbizzarrire. Si può discutere su come far partire un razzo da San Marco per la Luna, o su come iniziare a far decollare la pratica di annessione a Rignano.
Non aver messo un limite né di iniziative e nemmeno di genere, il Partito del Commissario Prefettizio potrebbe avere carta bianca su qualsiasi proposta che arrivasse dal popolo. E per questa ragione verrebbe aperto “L’ufficio dediche e richieste”, come si faceva una volta quando si telefonava alle radio locali.
Un cittadino qualsiasi potrebbe rivolgersi a questo ufficio e chiedere: “Vorrei che la villa comunale venisse intitolata a Orietta Berti, poiché il suo concerto del 1974 alla festa patronale mi è tanto piaciuto”.
Un altro cittadino potrebbe richiedere: “Il mercato settimanale è da spostare non al campo sportivo, ma direttamente dentro al cimitero: si fanno due servizi, spesa e fiori ai loculi con un solo viaggio”.
Sentite richieste del genere, il Commissario Prefettizio prenderebbe a cuore anche queste dediche e richieste e cercherebbe di assecondarle. Se non fosse possibile, tutto rimarrebbe così com’è. Senza nulla a pretendere.
Le “Varie ed eventuali” nel programma di questo partito, aprirebbero o meno, uno spiraglio verso un futuro migliore per i tanti paesi che si stanno apprestando alla vicina tornata elettorale.
“Varie ed eventuali” potrebbe essere anche lo slogan per quasi tutti i partiti, o addirittura il nome di molti partiti. La politica in fondo vive di tante situazioni varie. Ed eventualmente si fa quel che si può…