Parla sammarchese la birra dell’anno, il mastro birraio Michele Solimando porta a casa due primi posti
La birra dell’anno 2021 parla anche foggiano, anzi sammarchese. Parola di “Cibus”, il Salone Internazionale dell’Alimentazione, ovvero l’evento di riferimento del panorama agroalimentare italiano d’eccellenza.
Ad essere premiate nel concorso indetto da Unionbirrai, la prima associazione culturale di microbirrifici in Italia, sono state due produzioni di Michele Solimando, “artigiano della birra” di San Marco in Lamis (FG), co-founder insieme a Giovanni Simeone del birrificio artigianale foggiano ‘Rebeers’ (già tra le Eccellenze della ‘Guida alle Birre d’Italia 2021’ di Slow Food Editore).
Nella categoria 17 (ovvero quella che premia le birre ambrate e scure, ad alta fermentazione, luppolate e di ispirazione angloamericana) ha conquistato l’oro la black IPA ‘Hopsfull’ (già vincitrice di due concorsi internazionali). Fra quelle, invece, che usano cereali speciali (categoria 33) il podio è andato a ‘Fovea’, la prima ed unica birra al mondo 100% malto di grano duro.
Una grande soddisfazione per Solimando e Simeone, un vanto per la Capitanata, ma anche l’inizio di una vera e propria rivoluzione nel settore.
“Le birre di grano sono sempre esistite – spiega Michele Solimando – ma nessuna fino ad oggi si era spinta fino a dove è arrivata la Fovea che ha sostituito interamente il malto d’orzo e il grano tenero con il malto di grano duro, in particolare con la varietà Senatore Cappelli. Questo significa che una produzione come la Fovea che fino a ieri poteva essere considerata solo una particolarità, oggi con questo premio entra a pieno diritto nel circuito delle birre di grano non soltanto nazionali”.
Si apre, dunque, e da Foggia una nuova strada che potrebbe portare l’intero settore italiano a produzioni ex novo che non strizzino più l’occhio ai paesi d’Oltralpe (Belgio e Germania in primis). Una nuova strada di cui proprio Solimando è stato un pioniere già nel 2019 quando ideò il progetto ‘Fovea Revolution’, ovvero una produzione birraia rivoluzionaria che parte dalla città di Foggia (Fovea, infatti, è l’antico nome del capoluogo dauno), il “granaio d’Italia”.
“La vera sfida ora più che mai – sostiene fermamente l’imprenditore – è non lasciare che questo sia un caso isolato perché possiamo e dobbiamo pensare di creare una intera gamma di birre interamente realizzate con il grano duro. E se questo sogno si avverasse, potremmo dire che le birre di grano duro sono state inventate a Foggia”.