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Raffaele Fino: «A proposito della polemica Merla-Cera sull’indennità di Sindaco»

di Raffaele Fino

Ho letto con ritardo il botta e risposta Cera – Merla sull’indennità di Sindaco. Non voglio intervenire nel merito, ma voglio fare alcune puntualizzazioni su altri passaggi che il sindaco Merla e gli esponenti della sua giunta puntualmente agitano.

Anche questa volta il sindaco parla di colpe e disastri (quali ?), di dissesto finanziario causa di ogni male, accostando all’ex-sindaco Cera la teoria del “prendersi i meriti altrui e rovesciare sugli altri le colpe e i disastri”, dimenticandosi che vale anche per lui.

Vogliamo ricordare al sindaco Merla, a questo proposito, che è stato solo grazie alla dichiarazione del dissesto che San Marco ha avuto 5 milioni di euro per ristrutturare il palazzo municipale e la scuola elementare “Balilla”; che solo grazie all’attività della precedente amministrazione sono stati assegnati a San Marco, per la mitigazione del rischio idrogeologico, circa 9 milioni di euro e che grazie sempre alla passata amministrazione San Marco non è stata truffata dalla Gema come invece è successo per molti comuni, che hanno visto svanire nel nulla milioni di euro, mentre noi abbiamo recuperato quasi per intero l’importo che la Gema ci doveva (circa 1.900.000,00 €)..

Solo queste tre voci hanno portato a San Marco intorno ai 16.000.000,00 di euro. Se questi sono disastri, cittadini, giudicate voi.

Ma veniamo all’aumento della TARI.

Il Sindaco, qualche mese fa, in una intervista rilasciata al quotidiano l’Attacco e pubblicata il 10 giugno 2021, vantava, tra i meriti della sua amministrazione, la fuoriuscita dal dissesto nel 2019.

Se si fosse usciti dal dissesto, quindi, non ci sarebbe stata la necessità dell’aumento della TARI come dice lui nella citata polemica con l’ex sindaco Cera. Evidentemente le cause dell’aumento, oggettivamente, erano, e sono, altre. E gradiremmo che l’Assessore al Bilancio e, soprattutto, l’Assessore all’Ecologia, il vicesindaco Ianzano, le portassero a conoscenza dei cittadini, anche per rendere consapevoli quanti si sono candidati alla guida del Comune di quanto sia (e sarà) difficile la situazione finanziaria del Comune.

Inoltre il Sindaco e l’Assessore al Bilancio, cogliendo l’occasione, potrebbero spiegare bene ai cittadini cosa intendono quando dicono di “aver realizzato l’uscita dal dissesto, spiegando anche, quando si accusa la passata amministrazione di aver lasciato in eredità la dichiarazione di dissesto, cosa avrebbero fatto loro, invece, di fronte ad una situazione che rischiava seriamente l’implosione del bilancio con ulteriore aggravio di debiti, interessi da corrispondere, pignoramenti e contenzioso con i creditori. Quale sarebbe stata l’alternativa? La risposta potrebbe fornire una valida alternativa al dissesto per tanti Comuni in difficoltà. CI DICANO!!!

Sanno il Sindaco e l’Assessore al bilancio che l’uscita dal dissesto non vuol dire bilancio risanato? La legge dice che dopo 5 anni dalla dichiarazione di dissesto, tecnicamente si è fuori ma c’è tutta una procedura di risanamento da attuare.

CI ILLUSTRI, MERLA, I NUMERI DEL RISANAMENTO! SE RISANAMENTO C’E’!

Ma ritornando alle tasse che i cittadini pagano (tutti? a quanto ammonta l’evasione? quali misure sono state adottate per contrastarla?), Sindaco e Assessore al Bilancio, non avvertono la necessità di rispondere con chiarezza alle domande poste, da più parti, in merito alla Tari che, negli ultimi anni, è andata sempre più aumentando senza conoscerne il motivo, senza sapere se si poteva fare qualcosa per evitare l’aumento?

Perché non si trova il coraggio di dire a chiare lettere ai cittadini che nessuna riduzione della Tari potrà essere effettuata nei prossimi tre anni così come previsto nel bilancio triennale 2021/2023 e che l’aumento che questa amministrazione ha varato per il 2021 riguarda anche il 2022 e il 2023 ?

Si assiste, invece, con sommo dispiacere per i cittadini, al fatto che l’attuale Sindaco, anziché affrontare i problemi e indicare le possibili soluzioni “ama” dilettarsi in un valzer di accuse di cattiva gestione con un ex Sindaco.

Nell’assistere a quella che tutto è tranne che una sana e concreta campagna elettorale e nell’attesa che si diano risposte sulla Tari e sul metodo di pagamento PagoPa, vogliamo fare qualche ulteriore precisazione in riferimento al suo ultimo comunicato:

Per quanto riguarda la Polizia Locale, assodato il fatto che la situazione attuale è figlia di più amministrazioni e affonda le radici nelle scelte compiute qualche decennio fa di un risanamento fittizio del bilancio con i pensionamenti e con il non assumere nuovo personale, c’è da chiedersi se c’è consapevolezza del fatto che nella programmazione e riorganizzazione dei settori amministrativi del Comune , la previsione che il Comando dei Vigili Urbani torni ad essere settore autonomo e non più dipendente dagli Affari Generali” è, nelle condizioni attuali, difficile da realizzare.

Infatti l’indipendenza del Comando della Polizia Locale ( i termini“Vigili Urbani” non esistono più negli atti ufficiali come denominazione) sarebbe già dovuto avvenire nel lontano 2011, con la precedente amministrazione, quando la legge Regionale della Puglia n. 37 su l’“Ordinamento della polizia locale” ha stabilito che:

Il corpo o servizio di polizia locale non può costituire struttura intermedia di settori amministrativi più ampi, né può essere posto alle dipendenze del dirigente o del responsabile di diverso settore amministrativo”?

Alla luce di queste disposizioni, non potendo, per una serie di motivi, attuare la norma si tentò la via della rete con i comuni vicini e soprattutto con San Giovanni Rotondo. La cosa non andò in porto, per un municipalismo male inteso. Sono convinto che questa sia ancora la strada da percorrere anche perché, aldilà del ritardo con cui si provvede, ci si chiede come si potrebbe ripristinare un settore autonomo se, negli atti di programmazione di assunzione del personale, per quello che si sa, non è previsto il Comandante.

Per ultimo ci si domanda che valore abbia, se non politico ed elettoralistico, la pubblicazione di un Avviso per segnalazione danni da alluvione, in assenza di dichiarazione di calamità, dicendo, nello stesso avviso, che non ci sono soldi e che, però, si può presentare richiesta di risarcimento con una relazione di un tecnico, che il cittadino si deve pagare. Non sarebbe stato meglio una semplice dichiarazione di danni e, in caso di stanziamento di fondi certi, chiedere la relazione asseverata di un tecnico?

Quanto sopra per rispetto ai cittadini che si recheranno alle urne il 3 e 4 ottobre prossimi e che non meritano di essere delusi e snobbati, qualunque sia l’amministrazione in carica o che verrà.

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