Operazione antidroga “Green Power”, 15 arresti in provincia di Foggia
Sottoposte a misura cautelare complessivamente 15 persone per reati in materia di sostanze stupefacenti. Importante risposta della Squadra Stato contro i traffici criminali derivanti dallo spaccio e dalla coltivazione di droga nella provincia di Foggia.
A partire dalle prime ore della nottata, oltre 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, supportati nella circostanza anche dai Reparti specializzati dell’Arma ed in particolare dallo Squadrone Eliportato Carabinieri “Cacciatori” di Puglia, dal Nucleo Cinofili di Modugno e dal Nucleo Elicotteri di Bari, coordinati dalla Procura della Repubblica di Foggia, stanno eseguendo due ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP del Tribunale cittadino nei confronti, complessivamente, di 15 soggetti indagati – a vario titolo – per reati in materia di sostanze stupefacenti.
Si tratta dell’ennesimo intervento “muscolare”, ancora una volta in risposta agli aggressivi fenomeni criminali rilevati, negli ultimi mesi, nei vari territori della Capitanata. Una conferma, qualora fosse necessario ribadirlo, della “lotta senza quartiere” alla criminalità, di ogni ordine e grado, nelle sue diverse declinazioni affaristiche ed in particolare, in questo caso, nel fiorente traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia e dai militari della Compagnia di San Severo, coordinate dalla Magistratura foggiana, hanno così consentito di smantellare gruppi criminali operanti sia nell’Alto che nel Basso Tavoliere, riscontrando così anche la “fotografia” delineata nell’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia sulle fenomenologie illegali presenti attualmente nella provincia dauna. Nello specifico, l’inchiesta condotta ha dimostrato nuovamente una sempre maggiore proiezione della rete dello spaccio di droga anche fuori “area”, approfittando in particolare della prossimità territoriale con il Molise, ed una capacità delle organizzazioni e dei sodalizi criminali di produrre autonomamente sostanze stupefacenti, da poi inserire nel mercato del narcotraffico, senza quindi necessariamente rivolgersi a fonti di approvvigionamento esterne, in questo caso soprattutto nell’ambito della coltivazione della marijuana, approfittando difatti del microclima particolarmente favorevole della provincia di Foggia. Si tratta di un’importante attività antidroga su due ambiti territoriali della provincia di Foggia, convenzionalmente denominata “Green Power”, derivante da una strategia investigativa diretta e pianificata dalla Procura della Repubblica di Foggia, attraverso le articolazioni operative territoriali dell’Arma dei Carabinieri esistenti nell’ambito del locale Comando Provinciale. Una risposta determinata di Magistratura e Carabinieri a dimostrazione di un controllo serrato del territorio, centimetro per centimetro, contro qualsivoglia espressione delinquenziale ai danni dei cittadini ed in generale delle Comunità di tutta la provincia.
In particolare, con l’operazione svolta nel Basso Tavoliere, i Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare applicativa del carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 5 soggetti residenti tutti a Trinitapoli (BT), con un’età compresa tra i 40 e i 65 anni. Gli investigatori dell’Arma, lo scorso 6 luglio 2021, hanno sequestrato una maxi piantagione di marijuana, tra le più vaste sequestrate negli ultimi anni in provincia di Foggia. Sono state estirpate quasi 5.000 piante di marijuana, del peso complessivo di circa una tonnellata e mezzo, con un principio attivo di circa mezzo quintale, da cui era possibile ricavare quasi 2.000.000 di dosi medie giornaliere, che avrebbero poi fruttato alla criminalità, sul mercato del narcotraffico, almeno 10 milioni di euro. I servizi di investigazione tradizionale e tecnica sviluppati simultaneamente dai Carabinieri hanno quindi permesso di individuare e di identificare, con certezza, i cinque indagati, coinvolti nella coltivazione delle piante di marijuana, dell’altezza media di circa un metro ciascuna.
Invece, con l’operazione svolta nell’Alto Tavoliere, i Carabinieri della Compagnia di San Severo hanno smantellato una rete di spacciatori di cocaina, hashish e marijuana, dando esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare del GIP di Foggia, su proposta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 10 (dieci) soggetti di Serracapriola, Chieuti e San Severo, di cui 3 (tre) sottoposti alla custodia cautelare in carcere, 5 (cinque) alla misura degli arresti domiciliari e 2 (due) all’obbligo di presentazione alla P.G., tutti indagati, a vario titolo, per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, continuata e in concorso, per fatti commessi nel periodo compreso tra febbraio 2020 e maggio 2020 nei territori di Serracapriola, Chieuti e San Paolo di Civitate. Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia e condotte specificatamente dal Comando Stazione Carabinieri di Serracapriola (FG) hanno avuto inizio da un sequestro a carico d’ignoti di alcuni grammi di cocaina, custoditi all’interno di un ovulo e già suddivisi in dosi, rinvenuti nel mese di gennaio 2020 all’interno di un uliveto di Chieuti, nei pressi esattamente dell’abitazione di uno degli indagati, come appunto riscontrato dall’attività info-investigativa posta in essere dalla Stazione dei Carabinieri di Serracapriola nell’ambito dello svolgimento dei quotidiani servizi d’istituto. L’articolata attività d’indagine che ne scaturiva, particolarmente complessa in virtù del noto periodo di restrizioni sanitarie governative in quel momento in essere, inizialmente si concentrava su un soggetto sanseverese trasferitosi in Chieuti, per poi svilupparsi grazie anche a numerose intercettazioni telefoniche, in una fitta rete di spacciatori di droga, operante per l’appunto nei territori dei comuni di Serracapriola e Chieuti. La “clientela” era geograficamente variegata, infatti gli acquirenti provenivano non solo dal territorio foggiano ma anche dalle vicine regioni Molise e Abruzzo. Sono stati una trentina gli episodi di spaccio documentati dai Carabinieri, nonostante le difficoltà operative derivanti per le misure restrittive governative circa l’emergenza epidemiologica, poiché i militari si sono trovati in condizione di essere più facilmente individuabili dagli spacciatori, nel corso dei servizi di o.c.p., a causa della scarsa circolazione di mezzi e persone. Le comunicazioni per l’acquisto e la vendita della droga avvenivano per lo più mediante l’utilizzo, da parte dei coinvolti, di un linguaggio criptico, tendente ad eludere eventuali intercettazioni, con l’utilizzo di termini quali “benzina”, “diesel” o “olio”, a seconda infatti della tipologia della sostanza fornita. Nel corso dell’attività intercettiva, due dei soggetti coinvolti, ricoprenti ruoli apicali, avevano inoltre posto le basi per la spartizione delle piazze di spaccio, criticando aspramente i tentativi delle “nuove leve” di concorrere con loro nella gestione delle “piazze di spaccio” rispettivamente oggetto di controllo. E’ stata anche accertata l’assidua e continuata attività di intermediazione tra assuntori e spacciatori da parte di uno dei soggetti finito agli arresti domiciliari, vero e proprio “broker” della droga, che sfruttava questa posizione per avere in cambio sconti sull’acquisto o direttamente dei “doni” di sostanza stupefacente per il servizio prestato. Nel corso dell’intera operazione, venivano effettuati 3 (tre) arresti in flagranza di reato, segnalati 9 (nove) assuntori di droga, sequestrati circa mezzo etto di cocaina, mezzo chilo di marijuana e alcuni grammi di hashish.
In contemporanea agli arresti eseguiti nell’esecuzione di tali ordinanze nell’ambito dell’operazione antidroga “Green Power”, i Carabinieri del Comando Provinciale di Foggia, con l’ausilio sempre dei Reparti specializzati dell’Arma, hanno altresì eseguito altre attività di perquisizione collaterali, alla ricerca di droga ma non solo.