Uscito nel 2020 il nuovo album dei Dream Syndicate rivela un suono spiccatamente sperimentale pur radicato nel suono Paisley Underground.
di Luigi Ciavarella
Dopo i due album del nuovo corso (“How Did I Find Myself Here?” e “These Times”, 2017/19), i Dream Syndacate affrontano il presente con una musica decisamente più rivolta alla jam session (“The Universe Inside”, 2020), con suoni piuttosto che canzoni, che coinvolgono diversi stili il cui collante però rimane il riverbero psichedelico che sembra la sostanza con cui Wynn e soci alimentano la loro musica in questa nuova fase. Un suono psichedelico, infatti, già molto presente nei due album citati, che qui assume i contorni di un progetto ben definito e molto più avanzato rispetto al recente passato.
Alle sessions vi partecipano vecchie conoscenze del Paisley. Prima di tutto l’ex Green On Red Chris Cacavas alle tastiere, impegnato ad intrecciare suoni elettronici sulla voce
Conclude questo viaggio dalle intuizioni affascinanti “The Slowest Rendition”, anch’esso dalla lunga durata (oltre dieci minuti) che da definitivamente la misura del non ritorno, del futuro immaginato, proiettato com’è verso un avvenire radioso e sorprendente costruito sugli artifici elettronici e la musica psichedelica che qui trova la sua massima consacrazione espressiva. Moderna e funzionale ad un progetto tutto da scoprire di cui siamo appena agli inizi e che segna il nuovo corso dei Dream Syndicate.