L’Emigrazione docet ancora, a San Marco in Lamis
di Antonio del Vecchio
Quella svoltasi, ieri, nell’Auditorium della Biblioteca Comunale di San Marco in Lamis, è stata per davvero una lezione a più voci sull’Emigrazione assai avvertita e partecipata.
Protagonisti assoluti sono stati gli alunni delle classi IV e V della Sezione del Classico, facenti capo all’ISS “Pietro Giannone” del posto (lo stesso frequentato dall’ex-Presidente del Consiglio Conte), che hanno espresso su ogni intervento il loro convinto assenso, significato con ininterrotti applausi.
A prendere la parola per primo è stato Matteo Coco, docente di Lettere e responsabile della sezione Professionale del medesimo Istituto. Lo ha fatto presentando i relatori con brevi e completi “curricula” biografici, bibliografici e di carriera. Lo ha seguito a ruota Roberto Vito Sandamato, docente di economia e statistica all’Università di Bari.
Quest’ultimo, ha sottolineato a più riprese che il tema dell’emigrazione non va visto come peso ed insufficienza da parte della collettività, bensì come investimento, in quanto a lungo andare produce economia non solo finalizzata al soddisfacimento dei consumi, ma anche sul piano della ricostruzione e sviluppo di un territorio. A suo dire, per quanto riguarda la Puglia, lo stesso tema va abbinato al turismo e alla cultura, settori anch’essi trainanti dell’economia pugliese. Dopo i risultati raggiunti dall’associazionismo in materia è ora che anche gli studi di ricerca e l’Università s’interessino con metodo scientifico a far luce su un problema così complesso come quello dell’emigrazione. Lo si può fare attraverso la raccolta dei dati e l’analisi statistica della situazione emigratoria e migratoria attuale. La Puglia è all’avanguardia, in quanto opera ad un progetto in collaborazione con la “Bocconi” di Milano.
E’ stata,poi, la volta ad intervenire di Michele Galante, ex-deputato in Parlamento, storico e studioso di tradizioni locali, già sindaco della città ed attuale Presidente dell’Anpi di Capitanata. Si è soffermato a parlare della sua diretta esperienza,maturata con la sua visita in Australia, dove ha, tra l’altro, apprezzato la conservazione degli usi e costumi da parte degli emigrati sammarchesi, compreso la genuinità del dialetto, proponendo di continuare la prassi dei gemellaggi, per arricchire la scuola e gli studenti, specie con quelle realtà dove la presenza degli emigranti delle varie generazioni è più consistente. In passato San Marco lo ha fatto con Moreland, governata all’epoca in veste di sindaco da un garganico, come Joe Caputo di Carpino, evidenziando, altresì, che i sammarchesi delle diverse generazioni residenti a Melbourne sono 12 mila, quanti quelli dell’attuale città di origine.
Infine, è salito in cattedra Vito Antonio Leuzzi, il ‘festeggiato’ della giornata, per via del suo libro “Puglia emigrante / Crisi demografica e luoghi della memoria”, pubblicato da poco per i tipi di Edizione del Sud. Qui si parla molto anche di San Marco in Lamis, per via dell’associazionismo sul tema e dei risultati raggiunti sullo studio e le numerosi pubblicazioni messe appunto dai suoi autori.
Con il suo avvertito parlare semplice e comunicativo l’intervenuto ha scandagliando la problematica fino in fondo, avvalendosi delle testimonianze dirette di alcuni emigranti di Capitanata e del Salento, e soprattutto richiamando alla memoria alcune osservazioni tratte dai grandi studiosi e conoscitori del Mezzogiorno, come Pasquale Soccio, Tommaso Fiore e Carlo Levi, le cui opere insegnano e possono ancor oggi educare le nuove generazioni.
È con questo richiamo che si è conclusa in bellezza la lezione odierna, tenuto conto del fatto – ha sottolineato l’intervenuto – che oggi l’Emigrazione riguarda i giovani, intellettualmente dotati e pluri laureati rivenienti anche dalle zone ricche. Al contrario, il lavoro delle braccia è interamente sostenuto dagli immigrati provenienti dai paesi in via di sviluppo come l’Africa, per l’agricoltura, e dai Paesi dell’Est ed asiatici per i Servizi alla persona e nel turismo. Per di più, ora il tutto è globale ed ogni steccato si è rotto definitivamente, grazie all’avvento del Web.