L’architettura della pace
55a Giornata mondiale per la pace
di Antonio Daniele
Il primo gennaio di ogni anno la Chiesa pone la sua attenzione al valore della pace in ogni ambito di vita. È dall’intuizione di S. Paolo VI, nel 1968, che i Sommi Pontefici non hanno fatto mancare per questa circostanza il messaggio per la Giornata mondiale della Pace. I messaggi sono diventati un vademecum cui ispirarsi per la riflessione e le azioni concrete per percorso sulla pace. Anche quest’anno Papa Francesco ha voluto dare la sua riflessione nell’occasione della 55a Giornata Mondiale. Il tema scelto, Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura, pone l’accento su tre vie fondamentali per un cammino di pace. Si tratta di tre elementi imprescindibili per «dare vita ad un patto sociale», senza il quale ogni progetto di pace si rivela inconsistente. La prima via indicata da Papa Francesco è il dialogo tra le generazioni. Dialogare significa ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi e camminare insieme. Favorire tutto questo tra le generazioni vuol dire dissodare il terreno duro e sterile del conflitto e dello scarto per coltivarvi i semi di una pace duratura e condivisa. Un dialogo che attraversa le varie fasi della storia. Che fa tesoro del momento storico attuale e che riannoda gli anziani, custodi della memoria, con i giovani chiamati a portarla avanti. La seconda via è quella della sfida educativa. Investire sull’istruzione e sull’educazione delle giovani generazioni è la strada maestra in cui le varie culture, da quella popolare all’universitaria, da quella giovanile a quella tecnologica, da quella artistica a quella economica, da quella familiare a quella dei nuovi media, trovano un patto solidale per la formazione globale delle persone. Il Papa pone l’accento come le spese per la cultura e l’istruzione, siano sempre più esigue nei confronti delle spese militari che i vari governi mettono a disposizione. L’ultima via indicata dal Papa è quella dell’emergenza lavorativa. Il lavoro infatti è la base su cui costruire la giustizia e la solidarietà in ogni comunità. È più che mai urgente promuovere in tutto il mondo condizioni lavorative decenti e dignitose, orientate al bene comune e alla salvaguardia del creato. Occorre assicurare e sostenere la libertà delle iniziative imprenditoriali e, nello stesso tempo, far crescere una rinnovata responsabilità sociale, perché il profitto non sia l’unico criterio-guida. Tutti i battezzati sono chiamati a diventare artigiani di pace. Come ogni uomo di buona volontà, credente o meno, è chiamato a dare il suo contributo affinché l’armonia e la concordia siano elementi imprescindibili per un futuro di pace duratura.