Giulio Campaniello dei “Subconscio” strega ISORADIO
di Luigi CIAVARELLA
Nativo di Rignano Garganico (in realtà è nato a San Marco in Lamis da genitori rignanesi – ndr), ma bolognese d’adozione, Giulio Campaniello, il trentenne leader e cantante dei Subconscio, conosciuto (e apprezzato molto) l’anno scorso qui a San Marco in Lamis durante un concerto, appartiene a quella generazione di giovani artisti che guardano alla musica Soul (o neosoul), quella intima, moderna e seducente che interagisce anche col jazz, il funk e lo ska in un rapporto molto stretto tra i generi, per tracciare le proprie urgenze musicali.
Una musica sostenuta da una solida base ritmica ed elettronica che assembla il testo direi in maniera efficace.
Da aggiungere una originalità di fondo e un crossover molto intriganti (ma anche uno stile personale ostentato dal vocalist) che potrebbero dare alla formazione, e a Giulio Campaniello in particolare, molte soddisfazioni in un futuro prossimo, soprattutto per l’originalità della loro proposta rispetto ad una scena italiana indipendente oggi più incline a stigmatizzare sonorità pesanti o, viceversa, fin troppo legata alla leggerezza del pop fine a stesso. Due poli entro cui la musica dei Subconscio potrebbe inserirsi agevolmente marcando la differenza.
I Subconscio nascono a Bologna nel 2020 e finora hanno pubblicato soltanto un pugno di canzoni che si possono ascoltare sulle piattaforme digitali che fornisce lo streaming, oppure su youtube dove vi sono alcuni video.
In mancanza di supporto fisico questo è l’unico modo di ascoltare la loro musica. Tra le canzoni meglio definite troviamo “Giungla” con un groove molto dinamico che ne esalta il testo (”Quanti siamo in questa giungla dove il tempo vola…”), sicuramente il brano più interessante del mazzo.
Accanto vi troviamo anche “Guarda oltre” e “Notte”, le più significative, che anche se di minore impatto danno forte la percezione di trovarci di fronte ad una band solidissima con una idea di musica in testa molto precisa.
Un po’ ricordano la musica di Pino Daniele dell’ultimo periodo, quello più rivolta alle contaminazioni, d’altra parte Giulio Campaniello lo ha riconosciuto come fonte di ispirazione nella video intervista su Isoradio, (che possiamo vedere in calce alla nota).
Nella stessa conversazione con gli autori del programma RAI ha pure detto di amare molto il suo paese natio, Rignano Garganico, nonostante il distacco sia avvenuto all’età di due anni in seguito al trasferimento della famiglia nel capoluogo emiliano.
Un legame che egli ha custodito nella propria “anima” manifestandolo sempre con encomiabile passione al punto da rendercelo ancora più simpatico.