Al via bonifica bellica dell’isola di Pianosa dove vige divieto navigazione da 50 anni
“Finalmente possiamo riappropriarci di un pezzo del nostro arcipelago” l’auspicio del sindaco Fentini
di Francesco Trotta
“L’appalto lo abbiamo fatto noi come Comune e i lavori andranno avanti fino a luglio. Sono partiti alcuni giorni fa e non saranno di intralcio alla stagione turistica, perché Pianosa dista qualche miglio dall’arcipelago, anche se ne fa parte a pieno titolo. Auspico pertanto che questa bonifica bellica dei fondali possa in qualche modo togliere definitivamente, e finalmente aggiungerei, quel divieto di navigazione che è in vigore dal lontano 1972 permettendo così ai nostri figli di conoscere una zona del nostro arcipelago a loro ancora sconosciuta e della quale siamo stati, come dire, espropriati.”
“Parole e musica” del sindaco dell’arcipelago diomedeo Antonio Fentini a margine del via alla bonifica bellica nel tratto di mare prospiciente l’isola di Pianosa (completamente disabitata da anni) nell’arcipelago diomedeo interdetto alla navigazione dal 1972, da 50 anni giusto giusto per via di una ordinanza della Capitaneria di Porto di Manfredonia (Foggia). Bonifica resasi necessaria poiché la zona, come è noto, è stata interessata durante la Seconda Guerra mondiale dalla caduta di numerosi ordigni aerei.
Attorno all’isolotto, situato di fronte a San Domino, sono state rinvenute oltre 40 bombe di cui 29 di tipo «Demo». La Guardia costiera di Termoli (Campobasso) ha emesso una nuova ordinanza con l’interdizione di un lungo tratto di mare adiacente Pianosa per permettere appunto l’attività di verifica dei fondali allo scopo di accertare se le numerose masse ferrose siano tutte ordigni o meno. La società sub Technical Edil Services, per conto del Comune delle Isole Tremiti (Foggia), effettuerà per i prossimi 120 giorni l’attività di bonifica bellica sistematica subacquea eseguita con Mini Rov SeaBotix LBV150-V e operatori Bcm/Ots. Saranno impiegate anche la motonave «Ariete 5 Ba 830» e due imbarcazioni a supporto. Le operazioni verranno svolte nell’area di circa 120 mila metri quadri.
Il nome di quest’isola deriva dalla sua conformazione bassa e piana. Addirittura nelle giornate di mare mosso, infatti, viene sommersa quasi totalmente dalle onde. Sull’isola di Pianosa sono presenti solo un edificio che si dice servisse ai pescatori come rifugio, la torre del faro e un piccolo laghetto comunicante con il mare. Le coste dell’isola sono alte e frastagliare a nord mentre a sud si immergono nel mare dando vita a un basso fondale. Sono presenti anche la grotta subacquea del “Grottone” e la “Cala di Tramontana” in prossimità del faro.
L’isola di Pianosa, ricoperta da roccia calcarea, è disabitata; è priva della macchia mediterranea che caratterizza le altre isole Tremiti e il promontorio del Gargano. Sono presenti solo delle piccole piante grasse. La fauna che abita l’isola si limita a piccoli rettili, a conigli selvatici e agli uccelli che popolano i cieli. I fondali sono invece ricchi di vita. Si possono ammirare molte specie di pesci e alghe dai diversi colori che qui hanno trovato il loro habitat ideale per nutrirsi e riprodursi. Inoltre si possono trovare frammenti di ceramiche e anfore risalenti all’epoca dell’impero romano e tracce dell’ultimo conflitto bellico.