Monte Sant’Angelo, il sindaco sotto attacco dei commercianti della zona storica: «Lavori a rilento allontanano i turisti»

A maggio si vota. I commercianti contro l’amministrazione comunale

di Francesco Trotta

Lavori a rilento nella zona storica, turisti manco a pagarli – di questi tempi vanno scovati con il lanternino – e a Monte Sant’Angelo scatta la protesta dei commercianti.

Venerdì scorso (11 marzo 2022) una delegazione di operatori della zona storica della città si è recata presso il Comune, per manifestare le proprie preoccupazioni per i danni che stanno procurando alle loro attività i lavori di ristrutturazione della Villa Comunale e di sistemazione di Piazza Carlo D’Angiò. Sono lavori che interessano la zona nevralgica del paese, quella dove affluisce la grande massa di pellegrini e turisti provenienti da ogni parte del mondo e che si porta in cima al Gargano per andare a visitare la basilica (con annessa grotta) di San Michele Arcangelo, dal giugno 2011 Patrimonio mondiale Unesco.

A farsi portavoce del malcontento degli operatori turistici della città dell’Arcangelo e dei titolari dei negozietti dislocati su via Garibaldi e la salita di via Castello, nelle vicinanze della Basilica, è il movimento civico Rinascita Possibile del coordinatore Donato Troiano. “I primi procedono molto a rilento in aperta violazione delle condizioni contrattuali; gli altri sono bloccati da ormai due mesi” puntualizzano quelli di Rinascita Possibile. Hanno diffuso una nota stampa nella quale spiegano che “questa situazione, che si protrarrà per altri mesi, ostacolerà il flusso turistico della primavera in arrivo e aggraverà la crisi degli esercizi commerciali di quella zona, già pesantemente danneggiati dalla istituzione illegittima dell’area pedonale urbana (Apu).”

Il movimento civico Rinascita Possibile è uno schieramento molto ampio, né di centrodestra né di centrosinistra e – fanno sapere – con la lista di candidati già pronta per la imminente tornata elettorale di maggio prossimo quando si andrà alle urne per eleggere la nuova assemblea cittadina e il nuovo sindaco. Su l’area pedonale urbana Rinascita picchia duro: “La istituzione dell’APU, inoltre, capriccio personale di un assessore comunale tollerato dal sindaco D’Arienzo, ha concorso a desertificare il corso principale della nostra città, facendo perdere di valore a un gran numero di immobili, ormai del tutto inutilizzati.” La nota prosegue accendendo i riflettori su altri aspetti della complessa questione: “La grave colpa dell’amministrazione D’Arienzo è, ormai, sotto gli occhi di tutti – si legge nella nota stampa. “Né gli amministratori né i responsabili comunali, incuranti degli interessi legittimi degli operatori economici di quella zona, programmano con un minimo di razionalità e controllano lo svolgimento dei lavori. Il cantiere di Piazza Carlo D’Angiò, inoltre, ci induce a rendere esplicita una semplice osservazione. Dove è finito tutto il vecchio asfalto escavato? Siccome per le norme vigenti è un rifiuto speciale, è stato portato in discarica? In quale discarica? C’è, forse, un collegamento tra quell’asfalto escavato ed il materiale utilizzato come stabilizzante lungo la strada che, nella zona Galluccio, porta alla Palestra in costruzione? Chiediamo al sindaco D’Arienzo – è infine la pressante richiesta dello schieramento civico – e all’assessore Fusilli di rispondere a queste nostre legittime domande e al Comando dei Carabinieri forestali di fare luce su questa problematica, al fine di chiarire che tutto sia avvenuto nel rispetto delle norme vigenti.”

“In questi anni l’amministrazione d’Arienzo – è la profonda convinzione del movimento – si è concentrata esclusivamente sui lavori pubblici, utilizzando per la maggior parte delle opere i finanziamenti lasciati dalle precedenti amministrazioni comunali. Con i propri comunicati il sindaco d’Arienzo ha esaltato la sua azione amministrativa, richiamando essenzialmente i tre interventi di rigenerazione di Corso Garibaldi, di Piazza Beneficenza con annessa Villa comunale e di Piazza Carlo d’Angiò. Ma qual è la verità che quei comunicati hanno teso a nascondere? La verità è che si tratta di tre finanziamenti ricevuti dalle Amministrazioni comunali Ciliberti e di Iasio (Contratto di Quartiere e Ente Parco con deliberazione n. 8 del 16 marzo 2015).”

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