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“Sui pedali del cuore”, la recensione di Tonino Cera sul libro di Antonella Scarano e Maria Lucia Ippolito

di Tonino CERA

Anche le modalità che presiedono alla comunicazione fanno parte del bagaglio, in verità assai corposo, di Antonella: io lo so con cognizione di causa.

E, quindi, dopo aver, credo temporaneamente, messa in un angolo la bici, impugna la penna-tastiera e riferisce della sua (e della bici!) fatica autentica e consapevole per donare qualche momento di serenità alla sua amica del cuore, Carmela, alle prese con problemi di salute, e definirli “problemi” è un eufemismo.

Lo si legge d’un fiato, quanto è coinvolgente.

Antonella chiede e ottiene la collaborazione di un’altra donna (e qui sorge spontanea la considerazione, le donne parlano di donne tra donne, ma non è proprio così, a ben vedere) amica e lei stessa che in tema di condivisione, solidarietà, impegno disinteressato non è da meno, Maria Lucia Ippolito, che con i “cirenei” spartisce buona parte della sua vita.

I pedali del cuore, così è stata definita l’iniziativa, diventa un inno all’amore per gli altri, in special modo di quelli che soffrono (di questi tempi le sofferenze ci sommergono e ci straziano).

Così considero il lavoro di Antonella e Maria Lucia, la quale interpreta un ruolo che in altri tempi e nei contesti a noi, anche mio e di Antonella, famigliari, quelli della scuola, chiamavamo dell'”amico critico“.

Critico qui, tuttavia, non nell’accezione comune ma in quella etimologica dell’approccio razionale e di arricchimento di tutto quello che si sta scrivendo o facendo, e Maria Lucia lo interpreta alla perfezione, basta guardare gli eserghi posti alla fine di ogni intervento.

In conclusione, a me pare che l’obiettivo alla base dell’iniziativa sia stato pienamente raggiunto se Carmela ascoltandovi, guardandovi, apprezzando il vostro “lavoro”, trova la forza di alzarsi dal letto per cercare di cominciare a fare i primi movimenti dopo la terribile esperienza chirurgica.

Farebbero bene tutti coloro che leggono questa nota a contattare Antonella e Maria Lucia per acquistare il libro, convito come sono altresì che il denaro ricavato andrà a beneficio di altri “cirenei”.

E lo dice uno che con la religione ha nulla a che fare, ma che resta convinto di quel che Natalia Ginzburg, ebrea e atea, scrisse a proposito della Croce e di Gesù Cristo: “Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto di portare sulle spalle (il cireneo) il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi secoli è impressa l’idea della croce nel nostro pensiero”.

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