Domani il Comune si costituisce parte civile nel processo Fabbiano. Intanto acquisisce al patrimonio comunale diversi beni confiscati ai mafiosi
di Francesco Trotta
Mentre in altri Comuni sul fronte della lotta alla mafia si volteggia tra paroloni e indignazioni verbali, viceversa a Vieste, epicentro della mafia sul Gargano, ci si sporca le mani, badando anche e soprattutto alla concretezza. Concretezza volta ad alimentare quella vitale chiarezza necessaria per rafforzare il fondamentale messaggio da veicolare: “siamo contro la mafia …. e non solo a parole. Qui si fa sul serio. Ci si costituisce infatti parte civile nei relativi processi.
” Per tutto il Gargano quello arrivato da Vieste è un esempio da seguire, che non deve assolutamente cadere nel vuoto e che viceversa deve essere raccolto anche dagli altri sindaci dei Comuni limitrofi, alle prese con i medesimi problemi di natura mafiosa di Nobiletti. Perché, si sa, una rondine non fa primavera e l’unione invece fa la forza. Il gesto del sindaco Giuseppe Nobiletti (e la sua amministrazione) non deve restare un gesto isolato. Anzi…. Nobiletti facendo seguire alle parole i fatti ha indicato e tracciato la via da percorrere ai suoi “colleghi”.
E’ un atto dirompente, che rompe i vecchi schemi mentali finora imperanti, scaccia la paura ed incoraggia chi è stanco di ascoltare contro la mafia i soli e soliti proclami verbali. Quel gesto è acqua fresca per chi auspica non solo (astratte) enunciazioni di principio ma anche e soprattutto coraggiose e concrete assunzioni di responsabilità. Perché è solo così che si educano le comunità a resistere al malaffare: con il coraggio dei buoni esempi. La gente questo lo intuisce e apprezza perché sa distinguere tra fumo e sostanza. E’ vero che ci vuole fegato per far tutto questo, perché senza si fa poca strada …E a Vieste, a quanto pare, ce l’hanno, perché consapevoli della preziosa posta in gioco, vale a dire il futuro della perla del Gargano.
Dopo la decisione di costituirsi parte civile nel processo (udienza preliminare domani 25 marzo) per l’omicidio Fabbiano (avvenuto a Vieste il 25 aprile 2018 nella guerra di mafia tra i due clan rivali) la strada intrapresa dal Comune alla lotta contro la mafia si è arricchita lo scorso 18 marzo (delibera n. 8) di un nuovo beneaugurante capitolo: il consiglio comunale ha evaso l’ultimo passaggio per l’acquisizione al patrimonio comunale dei beni confiscati ai mafiosi, deliberando la presa d’atto del decreto del Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata del 25 giugno 2021, con il quale è stato disposto il trasferimento al patrimonio indisponibile del Comune di Vieste di 42 mini appartamenti in contrada Rucci Cupari e di una villetta in località Coppitella. L’acquisizione è a titolo gratuito.
La presa d’atto dell’assise ha di fatto chiuso il cerchio dell’iter scattato a giugno scorso quando la giunta esecutiva viestana deliberò l’avvio delle procedure per partecipare all’avviso pubblico della Regione Puglia. In quella circostanza Nobiletti spiegò che “i beni confiscati sono un segno forte del contrasto alla criminalità, per togliere il potere a criminali che posseggono case, ristoranti e strutture ricettive. Da un bene che rappresentava una ricchezza della mafia riusciremo presto a creare un progetto a favore delle fasce più deboli della popolazione”.