Nota stampa della Lista “Viva Rignano Viva” che ieri ha presentato il suo candidato alla carica di primo cittadino.
Era già nell’aria da tempo la candidatura di un imprenditore alla guida della Lista Civica “Viva Rignano Viva”. Poco fa presentati ufficialmente a Rignano Garganico l’aspirante primo cittadino del movimento.
Di tratta di Emanuele Di Fiore, imprenditore nel campo sanitario e farmaceutico, scelto fin dall’inizio dal gruppo che lo sosterrà alle elezioni amministrative del 12 giugno 2022.
Emanuele ha 55 anni e una lunga storia professionale alle spalle. Laureato nel 1993 in Scienze Biologiche con tesi sperimentale in Microbiologia e Virologia è sposato con Giovanna Draisci ed ha due figli universitari. Ha lavorato a Casa Sollievo della Sofferenza e oggi si occupa di varie attività nell’ambito farmaceutico, sanitario e delle analisi cliniche.
Sfiderà l’uscente Luigi Di Fiore (alla guida di Rignano che Vorrei) e il leader dell’opposizione Matteo Stanco (Uniti per Rignano).
A presentarlo in paese nella sede di via Marconi è stato il giornalista TV Saverio Serlenga, da sempre legato alle vicende politiche, economiche e culturali del piccolo centro Garganico.
Di Fiore ha lanciato la sfida agli altri due candidati: “perché spaccarci? Troviamo una sintesi e usciamo con un’unica lista, Rignano sta morendo e l’esser diventata più bella non porta all’incremento demografico, alla creazione di nuovi posti di lavoro e alla realizzazione di servizi per gli anziani, i diversamente abili e per il resto della popolazione”.
Tre liste, quindi, sono troppe ne servirebbe una sola di unità cittadina per rilanciare tutti assieme il più piccolo comune del Parco Nazionale del Gargano. Ma su questo argomento Stanco e l’altro Di Fiore finora hanno risposto picche.
“Noi continueremo a lavorare per l’unità e per realizzare progetti assieme alla comunità nel campo dell’assistenza sanitaria, del turismo, dell’accoglienza, delle rinnovabili e della sinergia tra le imprese; assieme potremo sconfiggere il decremento demografico e riportare in paese tanti giovani e tante famiglie scappati via perché qui non c’è lavoro”.