Sua maestà il lupo, “croce e delizia” di un’area protetta: indice di salubrità ed incubo degli allevatori
L’Ente Parco spende più della Regione Puglia in indennizzi per danni da fauna selvatica: 350 mila euro circa all’anno. L’ultimo esborso di 20mila euro è di pochi giorni fa per soddisfare 30 richieste a nove mesi dagli attacchi del lupo
di Francesco Trotta
Continuano gli esborsi dell’ente Parco Nazionale del Gargano per onorare le richieste di indennizzo avanzate dagli allevatori del Gargano danneggiati dagli attacchi del lupo a capre, pecore e mucche. L’ultimo è stato liquidato pochi giorni fa, a distanza di nove mesi dagli attacchi predatori (risalenti a luglio 2021). Trenta le richieste per altrettanti attacchi denunciati, la maggior parte dei quali concentrati nei boschi di Monte Sant’Angelo (10 richieste), San Marco in Lamis (6), Frazione Montagna -Manfredonia (4) e San Giovanni Rotondo (4). A seguire Carpino (3), Cagnano Varano (2) e Vico del Gargano (1). In base al regolamento interno, per le operazioni di accertamento del danno al patrimonio zootecnico, l’ente Parco si avvale del personale tecnico in organico e/o del personale dei Carabinieri Forestali (Reparto Parco Nazionale del Gargano). Viceversa, per la quantificazione dei costi dei danni si ricorre invece al prezzo del valore di mercato degli animali predati, in base ai prezzari della Camera di Commercio. Non solo. Vengono rimborsati anche i costi per la certificazione del veterinario, nel quale si specifica che la morte dell’animale è stata provocata da una specie di fauna selvatica, nonché eventuali costi per lo smaltimento della carcassa. L’ente Parco paga anche una maggiorazione del 20% al valore stimato dell’animale danneggiato o deceduto nel caso in cui venga accertato o riscontrato la eventuale perdita del feto.
BREVE CRONISTORIA DEL LUPO SUL GARGANO, “CROCE E DELIZIA” DI UN’AREA PROTETTA. Sua maestà il Lupo Appenninico è “croce e delizia” di un’area protetta. A maggior ragione del Parco Nazionale del Gargano. “Croce” perché provoca danni agli allevatori e il Parco è chiamato a rimediare sborsando cospicui indennizzi in denaro. Si stima infatti che l’ente Parco nazionale del Gargano spenda in un anno più della Regione Puglia, all’incirca 350mila euro per alleviare le sofferenze degli allevatori colpiti nel loro patrimonio zootecnico. “Delizia” perché, “la presenza accertata del lupo sul Gargano è indice dell’ottimo stato di salute e delle condizioni di naturalità che caratterizzano il promontorio garganico”. E quindi va tutelato e salvaguardato.
L’INIZIO DELLA STORIA. Risale al 19/01/2006 l’inizio di una vicenda che da un lato ha reso felice i vertici dell’area protetta e dall’altro ha costretto lo stesso ente a dotarsi di tutti gli strumenti burocratici necessari per rimediare ai danni provocati da ciò che li ha resi felici ovvero la presenza del lupo. Nel gennaio di 16 anni fa veniva recuperata, nei pressi del bivio Foresta Umbra-Carpino della SP 144 (ex. 528), una carcassa con caratteristiche fenotipiche della specie lupo. La carcassa veniva inviata per gli esami dovuti al dott. Umberto Di Nicola, esperto tecnico incaricato del Parco Nazionale D’Abruzzo per le ricerche e monitoraggio della popolazione lupo presente nel Parco e all’istituto zooprofilattico di Foggia. Inviato un campione anche all’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica “A. Ghigi” di Ozzano Emilia (Bo). I risultati delle analisi, pervenuti in data 15.02.2006, accertarono che l’esemplare esaminato apparteneva alla popolazione italiana di lupo appenninico (Canis lupus). Da allora al Parco è stata tutta una corsa ad attrezzarsi dal punto di vista normativo e burocratico per indennizzare i titolari degli allevamenti colpiti nel loro patrimonio zootecnico dall’attività predatoria del lupo. L’animale nell’ottica dei Parchi corrisponde ad un “bene da proteggere e salvaguardare”. “Atteso che la presenza accertata del lupo sul Gargano è indice dell’ottimo stato di salute e delle condizioni di naturalità – si legge nei documenti dell’ente Parco – contemporaneamente l’ente è chiamato ad attivare tutti gli accorgimenti che si renderanno necessari per evitare problemi agli allevamenti allo stato brado che rappresentano un’ importante risorsa economica per il territorio, quali ad esempio l’indennizzo dei capi abbattuti le cui cause siano riconducibili a lupi, mediante il regolamento dei danni da fauna selvatica di questo Ente”. Passaggio questo effettivamente espletato da lì a poco, per cui l’ente da tempo è dotato di un apposito regolamento per l’indennizzo dei danni da fauna selvatica. Regolamento cui l’ufficio competente ricorre ogni qualvolta c’è da indennizzare allevatori danneggiati dal lupo. Le stime dei danni al bestiame domestico avvengono mediante rilevazione dei prezzi di mercato delle produzioni zootecniche della Camera di Commercio di Foggia.