di Mario Ciro Ciavarella Aurelio
Ci mettevano un foglietto in mano e ci spedivano a fare commissioni. Fin quando si andava in un negozio di alimentari, il foglietto veniva buttato, ma quando ci recavamo in una farmacia, il biglietto da mostrare era prezioso: lì sopra c’era scritto il nome del farmaco!! spesso la molecola!!
E allora era d’obbligo avvicinarsi al bancone e dare al farmacista il biglietto o parte della scatola del farmaco con il nome scritto sopra.
Parliamo di alcuni decenni fa, quando da ragazzini venivamo inviati (quasi a nostra insaputa) ad acquistare soprattutto sciroppi e siringhe “di rinforzo” (vitamine) nelle farmacie. E spesso ci mandavano dalla “signora Guerrieri” in corso Matteotti, perché lì c’erano le medicine “fresche”!
La farmacia si trovava sempre lungo il corso principale ma in un locale di fronte all’emporio di Antonio Cera (“Dduluvich”). Era un esercizio non molto grande con un bancone autorevole in simil-noce, e lì dietro c’era la farmacista Guerrieri, a volte una sua sorella, e qualche ragazzino che aiutava a prendere i farmaci dagli scaffali.
All’epoca Michele Scarano era un ragazzo alla mano, come tanti di noi, che frequentava la parrocchia di Sant’Antonio Abate e quindi la sede degli scout. “Int lu caforchie” si svolgeva un’attività associativa, non solo come “esploratori”, ma anche perchè in quello stretto vico c’era la sede dell’AVIS.
Essere uno scout ti offriva tante possibilità che non avevi frequentando altre associazioni, e Michele lo sapeva benissimo: iniziava a formarsi come tutti noi facendo parte della grande famiglia scout.
Poi il momento della crescita e la decisione di intraprendere la stessa professione della madre: farmacista. E lo abbiamo visto con il camice, anche lui dietro al bancone della farmacia, trasferitasi nel frattempo dove si trova attualmente. I consigli di un farmacista, spesso, sono migliori di altri medici, per il semplice motivo che i problemi di quel paziente sono conosciuti benissimo anche dal farmacista di fiducia.
E Michele era bravo anche in questo, magari consigliando specialisti che avevano più esperienza in quel campo specifico. Ha riorganizzato la farmacia in un modo che possiamo dire perfetto!! Sono lontani i nostri ricordi di farmacie dove trovavi solo il farmaco “da rezetta”, da tempo si può trovare tutto quello che la “società moderna” propone sulla piazza.
I farmaci spesso risolvono tanti problemi di salute, ma non risolvono quelli dell’animo umano. In quel caso il modo di approcciarsi al paziente è essenziale, e non è da poco come “terapia”. Abbiamo la capacità di empatizzare con i nostri simili, di ascoltarli e capire se il destino di ognuno di noi si “possa cambiare”.
Si vive molte volte prendendosi cura degli altri, come ha fatto Michele per tanti anni. Sperando che il bene fatto possa essere uno stimolo per aumentare il “fabbisogno” di bene che non è mai troppo…