“L’albero della cuccagna” di Jim Longhi, scrittore italo-americano
di Luigi Ciavarella
Nato a New York nel 1916 da una famiglia di origine pugliese, il commediografo Vincent Jim Longhi ha prodotto in vita una mezza dozzina di lavori (Opere teatrali in genere) tra i quali il più interessante è sicuramente “Woody, Cisco & Me”, pubblicato a Londra nel 1968, nelle cui pagine descrive il suo rapporto d’amicizia, cominciato nel 1943 nel corso della seconda guerra mondiale, con due leggende del folk americano, i cantautori Woody Guthrie e Cisco Houston, che influenzeranno tra i tanti anche Bob Dylan e Bruce Springsteen.
Ma il legame forse più rilevante fu l’amicizia che egli ebbe con il commediografo americano Arthur Miller conosciuto nel 1947 a New York, occasionalmente, in seguito ad una raccolta fondi a beneficio dei portuali in sciopero (Jim Longhi fu in vita un valente avvocato e un agguerrito sindacalista). Un incontro molto fruttuoso se non altro perché darà modo a Jim Longhi, tra le tante cose, di fornire a Miller alcune idee per la stesura dell’Opera teatrale “Uno sguardo dal ponte”, poi portata in scena a Broadway nel 1955.
Ma il fatto più importante da sottolineare fu certamente il viaggio che i due effettuarono sul Gargano (la terra degli avi di Jim Longhi) nel 1948 in seguito al quale, affascinato dalla bellezza di Monte Sant’Angelo, Arthur Miller scriverà addirittura una novella dedicata alla città dell’Arcangelo.
Il breve racconto avrà una traduzione italiana a cura di Mariantonietta Di Sabato e Cosma Siani, pubblicata nel 2019 (Pacilli Editore). Gli stessi autori sono responsabili di tutte le Opere di Jim Longhi tradotte e stampate in Italia a partire dal saggio “Jim Longhi: un italoamericano tra Woody Guthrie e Arthur Miller”, prodotto dalle Edizioni del Centro studi Diomede di Castelluccio dei Sauri nel 2012, Edizioni Lampyris. Nella stessa collana troviamo pure “Due dita d’orgoglio”(2016), “La Madrina” (2018) e, fresco di stampa, “L’albero della cuccagna”, uscito di recente.
Tradotto come i precedenti da Mariantonietta Di Sabato e da Cosma Siani “L’albero della cuccagna” (titolo originale “Climb the Greased Pole” in origine pubblicato a Londra nel 1967) è un’Opera teatrale a sfondo biografico suddivisa in tre atti. Nel racconto vi si narrano le vicende (conflittuali) di una coppia di coniugi lacerata su questioni ideologiche contrastanti.
La scena si svolge nel quartiere di Little Italy a New York il giorno di sant’Antonio tra Felicia, fervente cattolica che per amore ha accettato persino un matrimonio di rito civile (che battezzerà sua figlia di nascosto) e lui, Charlie Pappalardo, ateo e di ideali socialisti estremi, che invece, fedele ai suoi principi, vorrebbe eliminare ogni immagine sacra dalla loro abitazione. Ne consegue una contrapposizione dagli esiti incerti, di cui l’autore da conto con ricchezza di particolari ponendo in risalto anche gli intrecci comici e farseschi della vicenda, che ben si adattano in quel contesto familiare tipico delle comunità italoamericane del tempo, nel cui luogo si consuma uno scontro ideologico tra fede e ragioni, orgoglio, sentimento e superstizioni.
Ma alla fine prevarranno, grazie all’intervento del vescovo, la pace e il buon senso in famiglia tanto che si potrà celebrare anche in chiesa lo sposalizio, per la gioia di Felicia. “L’albero della cuccagna” (che Rino Caputo nell’introduzione accosta la narrazione ad alcune novelle di Pirandello e D’Annunzio), considerato per nulla subalterno alle Opere del suo amico Arthur Miller, vive di luce propria e di una originalità di fondo molto apprezzabile, offrendo oltremodo al lettore anche spunti di riflessione.
Una scoperta (tardiva per noi) che possiamo considerarla tuttavia una fortuna grazie alla impegnativa traduzione da parte dei curatori, che hanno voluto farci conoscere e apprezzare, attraverso non soltanto questo volume, tutta l’opera di Jim Longhi, senz’altro una delle voci più genuine del nostro macrocosmo letterario italoamericano, sempre così pregno di novità seducenti.