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Opere non avviate, San Marco in Lamis rischia di restituire 180mila euro

23 i Comuni a rischio della provincia di Foggia. Il Viminale chiede chiarimenti ma precisa: atto necessario che non pregiudica le risorse

C’è anche San Marco in Lamis tra gli oltre 4000 Comuni (vedi allegati) ai quali il Ministero dell’Interno ha inviato gli avvisi di revoca dei finanziamenti a cui i municipi dovranno replicare entro 15 giorni se vorranno conservare risorse (500 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024, incrementate di ulteriori 500 milioni per il 2021) indispensabili a realizzare progetti di efficientamento energetico, ammodernamento degli edifici pubblici (scuole, musei e ospedali), illuminazione pubblica, installazione di impianti fotovoltaici o di energia rinnovabile, messa in sicurezza e abbattimento di barriere architettoniche.

Si tratta delle risorse della cosiddetta “norma Fraccaro”, rifinanziate dalla legge di bilancio 2020 (legge n.160/2019) e poi confluite all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Fondi vincolati al rispetto da parte dei comuni di una serie di rigidi adempimenti burocratici (comunicazione del codice unico di progetto da associare al finanziamento, inserimento dei dati nel sistema di monitoraggio delle opere pubbliche della banca dati delle pubbliche amministrazioni) e soprattutto di un cronoprogramma in termini di inizio lavori che per il 2021 è stato fissato al 31 dicembre.

“Revocati – si apprende da un comunicato di Uncem (Unione nazionale Comuni Comunità Montane) – perché l’Ente non ha avviato le opere oltre i termini previsti; o perché non ha provveduto a utilizzare nei termini previsti il finanziamento concesso in quanto non risultano Cup associati al citato finanziamento; ancora, perché l’ente ha provveduto a utilizzare parzialmente il finanziamento concesso. E perché il Comune non ha proceduto al corretto inserimento dei dati nel sistema di monitoraggio previsto”.

La questione, dunque, non riguarda solo San Marco in Lamis che ora rischia di perdere un finanziamento del 2021 di ben 180mila euro. Nella lista nera dei Comuni della provincia di Foggia che si sono visti revocare i contributi ci sono anche: Ascoli Satriano con due finanziamenti a rischio (70mila+140mila), Cagnano Varano (70mila), Carpino (100mila), Casalvecchio di Puglia (100mila+50mila), Celenza Valfortore( 50mila), Celle di San Vito (100mila), Cerignola (170mila+340mila), Foggia (210mila+420mila), Ischitella (50mila+100mila), Isole Tremiti (50mila+100mila), Lucera (130mila), Manfredonia (340mila), Poggio Imperiale (50mila), Rodi Garganico (50mila), San Giovanni Rotondo (130mila+260mila), San Nicandro Garganico (90mila+180mila), San Severo (170mila+340mila), Sant’Agata di Puglia (100mila), Serracapriola (50mila), Troia (140mila), Vico del Gargano (70mila+140mila), Vieste (180 mila).

Una tabella di marcia serrata che, stando ai dati del Viminale, ha messo in crisi la maggioranza dei comuni. “Quello che è successo non è accettabile”, tuona il presidente dell’Uncem Marco Bussone che ha lanciato l’allarme. “Con una mail su posta certificata, 4000 comuni hanno appreso che viene loro revocato il contributo dello Stato per 4800 opere pubbliche. Non è accettabile revocare risorse per queste vicende burocratiche”.

La precisazione del Mininterno non si è fatta attendere. “Si tratta di un atto necessario che non pregiudica il successivo finanziamento delle opere ma è soltanto diretto a consentire agli enti interessati di regolarizzare le procedure di monitoraggio e di rendicontazione, essenziale per la successiva erogazione delle risorse”, ha chiarito la direzione finanza locale guidata da Antonio Colaianni. “I comuni interessati sono stati invitati a fornire agli uffici ministeriali utili contatti per una rapida e tempestiva soluzione delle questioni riscontrate”.

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