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Una presenza sempre viva

di Antonio Daniele

C’è una frase, anzi due parole, che colpiscono nel testamento spirituale di Angelina La Selva: Pellegrina e forestiera. Sono passati 60 anni dalla scomparsa di Angelina La Selva avvenuta il 17 Settembre 1962 “all’ombra” del Santuario di Loreto.

Figlia spirituale di Padre Pio, amica della beata Armida Barelli, attivista instancabile dell’Azione Cattolica, terziaria francescana, aderente all’istituto regale del Sacro Cuore, animatrice della società civile della città di San Marco in Lamis. Tutte queste cose, Angelina La Selva le ha vissute come pellegrina e forestiera.

Pellegrina perché non ha totalizzato in sé stessa queste realtà . Pellegrina perché sapeva che tutto ciò che svolgeva era frutto di una risposta, di una chiamata. Pellegrina perché ha attraversato la storia e il tempo con la sguardo al cielo e con i piedi ben piantati a terra. Forestiera perché ha vissuto mirabilmente la dimensione del Regno di Dio, qui sulla terra, ma con lo sguardo rivolto in alto.

Forestiera perché non si è legata alle realtà temporali. Forestiera perché pur facendo parte attiva del tessuto ecclesiale e civile, non ha mai identificato in esse la propria identità, ma ha fatto trasparire con la sua presenza, la dimensione del Padre Buon Pastore. Abbiamo ancora bisogno della testimonianza di persone come Angelina La Selva. Nel 60° dalla sua scomparsa, la nostra preghiera e la nostra riconoscenza.

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