Erano i giorni durante i quali il nostro paese, come il mondo del resto, veniva stravolto dalla pandemia e le politiche emergenziali ci costringevano ad un isolamento forzato e surreale.
Nell’impegno di adattarsi a questo nuovo mondo e soprattutto spinto dall’esigenza di distrarre e intrattenere i suoi due bambini, Luigi Barbato (per tutti Giggetto) di San Marco in Lamis – avvocato penalista di professione – si scoprii determinato a ricucire i contatti con quella immaginazione che aveva ormai sepolto sotto la coperta di routine della vita frenetica, per regalare ai suoi figli una favola inedita.
Se, dunque, l’intenzione iniziale era quella di raccontare una fiaba per bambini, la storia ha, tuttavia, preso una piega diversa, impregnandosi di tutte quelle inquietudini che la vita ci butta addosso, convergendo verso temi antropologicamente orientati.
“Il seme del Coraggio” resta si una novella fantastica ma fortemente ancorata alle speranze e alle angosce dei nostri giorni.
Quello di Apuleios è un percorso dialettico, un viaggio che lo condurrà dalla pace della propria condizione silvestre, alla scoperta, con occhi sorpresi , di un mondo pieno di contrasti, nel quale le cose non sono quasi mai come appaiono.
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