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Per la giudice Stilla, solo scuola e istituzioni abilitate possono battere il Cyberbullismo!

di Antonio DEL VECCHIO

Concluso con successo l’incontro finale sulla Prevenzione dell’Aggressività giovanile, a Manfredonia. Iniziativa, quest’ultima, contro il bullismo e le sue varie estrinsecazioni, promossa ed organizzata, nell’ambito del programma“Ragazzi in rete” dall’Istituto Scolastico Comprensivo “Roncalli – Fermi-Rotundi-Euclide”.

Mattatrice dell’assise è stata Francesca Stilla, Giudice del Tribunale Minorile in quel di Roma, ma profonda conoscitrice del territorio e della sua comunità, in quanto originaria di San Marco in Lamis.

Il suo pensiero è condensato nell’intervista che segue:

– Perché un giudice incontra una comunità scolastica? Ella ha risposto: “Il Giudice minorile è un giudice “di prossimità” che è parte integrante della comunità giovanile, sempre pronto a intervenire a tutela dei più giovani e delle loro famiglie. In questa veste incontra con gioia le comunità scolastiche che cercano un confronto sui temi della legalità e del Cyberbullismo. Questa gioia poi diventa immensa gratitudine quando l incontro diventa occasione reciproca di conoscenza e di formazione. Questo avviene quando, come è stato oggi, ad accogliere un giudice c è una comunità che è stata a lungo preparata e accompagnata con passione, competenza e dedizione dal suo dirigente scolastico, Roberto Menga, dal professore Domenico Facciorusso, dal collegio docenti e dalla Stazione CC del territorio, nella persona del Vice comandante, Massimo Melillo, che ha saputo con competenza e professionalità, mostrare ancora una volta la profonda vicinanza al territorio e agli studenti dell’Arma dei Carabinieri”.

Cosa l’ha colpita maggiormente dell’incontro con i due 250 alunni? “É rimasta in me la gioia di un incontro che porterà sicuramente i suoi frutti, anche nella mia vita. Ho incontrato giovani studenti davvero desiderosi di un confronto, di parole di chiarezza su temi chiave della loro adolescenza come l’amicizia il desiderio di essere riconosciuti e apprezzati anche sulla rete, senza però incorrere nei pericoli e nelle trame che i social nascondono. Ho incontrato tanti giovani con un desiderio di bene, spaventati però da un mondo virtuale troppo ingombrante e difficile da gestire da soli”.

Giudice dove si trova la felicità o cosa fare quando la vergogna o il senso del pudore ci toglie la parola?. “In un contesto di silenzio, attenzione e di curiosità per le tante domande che mi hanno posto anche sulla mia vita professionale e privata, ho sperimentato oggi davvero la presenza di una comunità unita, educata e accompagnata con gentilezza dai docenti. Ho conosciuto davvero una scuola di grande amicizia e alla quale sento profondamente il desiderio di augurare di crescere bene, di studiare, di porsi domande sempre, anche custodendole nel cuore se troppi grandi o complicate, sino a trovare le risposte nella vita reale”.

 

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