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San Marco in Lamis: 4 milioni di euro “sottratti” ai servizi sociali e la propaganda (sui bisogni delle famiglie) per pochi spiccioli

A partire dal 2007, sicuramente senza dolo, fino al 2012, quando amministratori, preoccupati per i conti che non tornavano, se ne sono accorti, il Comune di San Marco in Lamis ha utilizzato oltre 4 milioni di euro destinati ai servizi sociali, quindi ai cittadini più bisognosi, dell’Ambito di Zona, per fini diversi da quelli assistenziali. Questa, come afferma la Corte dei Conti (FOCUS) è stata una delle principali cause del dissesto finanziario del Comune.

Queste somme, infatti, il Comune doveva restituirle e, grazie ad interventi legislativi ad hoc, è stato possibile farle rientrare, a quanto sembra inutilmente, tra i debiti di competenza dell’OSL (l’organismo nominato appositamente per estinguere i debiti, costato a sua volta, per compensi ai componenti e spese varie sempre a carico dei contribuenti, ca. € 500.000,00 –altri soldi buttati al vento).

L’OSL, con il consenso determinante della Giunta Comunale, ha adottato la cosiddetta procedura semplificata, proponendo ai creditori il pagamento immediato del credito vantato a fronte di una transazione che lo riduceva tra il 40 e il 60%. Per chi, invece, ha preteso il 100%, l’OSL ha accantonato il 50%, rimettendo all’Amministrazione il compito di risolvere la questione definitivamente.

La proposta di ridurre il credito è stata fatta anche al Comune e all’Ambito di Zona, che, evidentemente, non hanno accettato (e come potevano?) e, pertanto, l’OSL ha accantonato il 50%, mentre il restante 50% è rimasto a carico diretto del Comune.

In conclusione, quindi, da oltre 10 anni ci sono ben oltre 4 milioni di euro non spesi per i cittadini più bisognosi.

Su questo, su come cioè saranno pagati questi debiti, che rischiano di generare un nuovo dissesto, l’Amministrazione non avverte il dovere di dare una benché minima informazione ai cittadini, nel mentre ha fatto un comunicato fiume per rivendicare il merito della semplice possibilità di avere qualche spicciolo in più, il prossimo anno, per un contributo sul canone di affitto a famiglie in difficoltà (FOCUS).

Approfittare dei bisogni delle persone per propaganda e ridurre diritti a carità pelosa, peraltro con i soldi pubblici per cui non si deve ringraziare nessuno, se si può avere ancora un’opinione libera e personale in questo paese, è sicuramente di cattivo gusto, per non dire altro, e dovrebbe scuotere la coscienza di tutti.

G. S.

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