I difficili rapporti dei cittadini con il “Comune”
A volte, risolvere una pratica con il Comune e specialmente con chi attualmente lo rappresenta, diventa un’impresa non solo faticosa ma quasi impossibile, soprattutto per atteggiamenti privi di qualsiasi logica e buon senso, spesso guidati dall’impulsività.
È questo il caso di quello che sta succedendo, da alcuni anni, nel rapporto tra il Consorzio per il risanamento del rione di Corso Giannone e strade adiacenti (garage di Via Allegato) ed il Comune di San Marco, coinvolgendo circa 200 famiglie al solo scopo di appagare ripicche personali.
Questa l’assurda vicenda.
Nell’anno 2020 il Consorzio concedeva al Comune e ai cittadini l’utilizzo del piazzale/parcheggio di copertura dei box-garage che, dopo un utilizzo esclusivo per circa 2 anni, subiva vari danni.
Il Consorzio, il 05 febbraio del 2023, chiedeva l’accesso ad atti che riguardano il Consorzio e, precisamente, la documentazione relativa alla verifica effettuata dal Comune dopo l’ultimazione dei lavori (come dichiarato in un atto amministrativo del Comune comunicato al Consorzio) e gli esiti relativi a sopralluoghi effettuati nel 2021.
Il Comune, dopo più di un mese, ha comunicato il diniego all’accesso perché gli atti richiesti sarebbero “propedeutici alla eventuale tutela giurisdizionale”.
Dopo tale diniego e dopo aver fatto notare l’illegittimità dello stesso al Sindaco, con nota di riscontro al diniego, il Consorzio si rivolgeva alla Commissione per l’accesso presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, competente per ricorsi in merito.
Come controdeduzione al ricorso, il Comune, nelle sue memorie di poche righe, affermava che non esiste alcuna documentazione riguardante la verifica di fine lavori (come invece già dichiarato in una nota del Comune al Consorzio) e per gli altri atti riconfermava il diniego.
La Commissione, ha accolto il ricorso del Consorzio ed ha disposto l’esibizione degli atti.
Ma, la cosa più inspiegabile e priva di qualsiasi senso è quella che, anziché consentire l’accesso, il Comune ha dato l’incarico ad un legale perché, dice il Sindaco in un suo decreto n. 17 del 13.04.2023, vi è “la necessità di tutelare gli interessi del Comune nella insorgenda controversia con il Consorzio”.
In altri termini, il Sindaco ritiene già che debba nascere una lite, ancor prima di vedere bene i termini della questione.
Anziché produrre atti coerenti e tendenti a risolvere la questione, il Comune non trova di meglio da fare che affidare il tutto ad un avvocato, come se questi avesse il potere di sostituirsi agli organi comunali.
Non credo che questo sia il modo migliore di risolvere un problema e, soprattutto, non credo che sia questo il modo migliore di spendere i soldi dei cittadini da parte del Comune per una causa che potrebbe andare avanti chissà per quanto tempo e chissà con quante spese, appunto.
Ad oggi l’unica cosa certa è che la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha accolto il ricorso del Consorzio e che il Sindaco ha imposto, con la determina n. 320 del 14.04.2023, che si allega, una spesa complessiva pari ad euro 18.093,09 a cui si devono sommare i 2.000 euro già spesi per effettuare i sopralluoghi del 2021.
Forse la stessa somma non sarebbe bastata per riparare i danni arrecati al lastrico/parcheggio ed i genitori degli alunni avrebbero continuato ad utilizzare il parcheggio in sicurezza? (Leggi anche: San Marco in Lamis: «Ecco perché il parcheggio di Via San Nicandro è chiuso»)
Il Presidente del Consorzio per il risanamento del Rione
di Corso Giannone e Strade Adiacenti
Arcangelo Polignone
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