Polignone: «Inutile spreco di soldi pubblici per semplici capricci»

Dopo i precedenti comunicati (I difficili rapporti dei cittadini con il Comune e Innanzitutto diciamo la verità!) è chiaro ormai che il sindaco antepone i propri capricci agli interessi della cittadinanza, distogliendo cospicue risorse dalle casse del Comune – risorse che potrebbero essere impegnate per creare e non per tentare di distruggere, ma ritorniamo ai fatti.

Dopo la decisione della Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la quale ha imposto al Comune di fornire gli atti richiesti dal Consorzio, affermando: “… la Commissione ritiene il ricorso fondato e quindi meritevole di essere accolto vantando il ricorrente un interesse qualificato all’accesso richiesto, anche di tipo endoprocedimentale – ex artt. 7 e 10 della Legge 240/91 – in quanto soggetto direttamente coinvolto nel procedimento, cui documenti richiesti in ostensione si riferiscono. Appare priva di pregio l’eccezione avanzata dalla Amministrazione resistente a fondamento del diniego, non trattandosi di “scritti difensivi” ma di documenti amministrativi a tutti gli effetti – seppure, eventualmente, utilizzabili in sede giudiziaria – e quindi accessibili ex lege 241/90 all’avente diritto”.

Il Comune, invece di accogliere la decisione della Commissione, pur di negare l’accesso agli atti, ha intenzionalmente travisato il significato della decisione della suddetta Commissione, affermando: ritenuto, a conclusione del procedimento di riesame attivato, consentire l’accesso agli atti di cui all’esito relativo ai sopralluoghi effettuati in data 25.03.2021 e 24.04.2021 e quindi della relazione tecnica del tecnico incaricato arch. Michele De Santis, fatto eccezione per le pagine n. 6 e 7 fino all’ultimo capoverso, in quanto in quella precipua parte ci sono “scritti difensivi (riflessioni di caratteri giuridico sull’adempimento e inadempimento delle prescrizioni contrattuali) di cui la stessa presidenza del Consiglio dei Ministri ha ritenuto la non ostensibilità”.

La condotta del Comune nei confronti del Consorzio si configura come illegittima, pretestuosa e dilatoria, perché tesa a limitare il diritto di accesso agli atti, senza fornire alcuna motivazione giuridicamente fondata, contraria ai principi di imparzialità, legalità e trasparenza dell’azione amministrativa.

Alla luce dei fatti sopra narrati, il Consorzio, per tutelare i propri diritti e interessi, ha presentato ricorso al TAR della Regione Puglia, cosa che comporterà costi per il Comune e quindi per i cittadini, la cui responsabilità è imputabile a chi avrebbe il dovere di adempiere a quanto deciso dalla Commissione.

Tutto questo a dispetto del fatto che il Comune di San Marco in Lamis si è anche associato alla rete “Avviso Pubblico“, una organizzazione che promuove la legalità e la trasparenza nei comuni.

Il Presidente del Consorzio per il risanamento del Rione

di Corso Giannone e Strade Adiacenti

Arcangelo Polignone

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