di Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO
C’era uno studio accurato su come posizionare il secchio azzurro a bordo campo. Era sistemato esattamente tra le due panchine!! Come dire: era un bene “patrimonio dell’umanità”, dove sedevano i calciatori di riserva con lo strillante allenatore.
E dentro al secchio una spugna gialla (o marrone, dipendeva da quanto tempo venisse utilizzata). E naturalmente dentro al secchio c’era l’acqua!!! Non si è mai capito di che natura fosse quell’acqua: toglieva tutti i tipi di traumi contratti su un campo da calcio.
Giocatori stesi a terra che gridavano di dolore, e subito dopo “l’unzione dell’arto malato” con l’acqua presa da dentro quel secchio, l’atleta riprendeva a giocare. Misteri dello sport amatoriale…
Sembra che fosse acqua di rubinetto, niente di che, eppure era più miracolosa di quella dei tanti santuari mariani. Senza parlare della spugna: secondo me era sempre quella (forse la vendevano accoppiata con il secchio). La spugna in ammollo da chissà quante ore, era come se prendesse autorevolezza: più si bagnava e più diventava… taumaturgica!!
Vi siete mai chiesto il perchè di quel colore? Perché quei secchi erano sempre azzurri e non bianchi, rossi, viola… era in quel colore che c’era la proprietà analgesica che riusciva a calmare qualsiasi tipo di ecchimosi sule gambe dei calciatori.
L’azzurro del secchio rinchiudeva in sé un segreto che pochissimi sapevano. Forse attirava dall’alto un potere divino, essendo dello stesso colore del cielo. Quindi una comunicazione visiva tra “cielo e terra”: azzurro + azzurro dava come risultato un evento quasi soprannaturale.
Oppure l’azzurro del secchio ricordava in modo ancestrale lo stesso colore della maglia dell’Italia, e quindi in modo quasi telepatico c’era una comunicazione rassicurante tra… il secchio e il calciatore dolorante. Le ipotesi penso che non siano tante sul “potere del secchio azzurro”.
Proviamo a togliere tutti gli antidolorifici che si usano attualmente sui campi di calcio, e rimettiamo in auge il glorioso secchio, così vediamo se i poteri anestetizzanti del secchio azzurro resistono ancora!! Io penso di no: sono cambiati i tempi. E i modi di vivere lo sport…