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Elezioni amministrative 2024, è caos nella città di San Pio

Ad oggi tre gli schieramenti in campo ma un solo candidato sindaco ufficiale. Il centrodestra ancora in alto mare per il nome: l’ultimatum di FI e UDC che chiedono agli alleati di convergere su un nome nuovo, stop a quelli finora circolati

di Francesco TROTTA

Diceva Mao Tse-Tung, leader del Partito Comunista Cinese e sostenitore del marxismo-leninismo: “Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente”. Una metafora che ben si presta per tentare di descrivere la caotica situazione in cui versa l’ambiente politico locale ad appena 78 giorni dalla tornata elettorale dell’8 e 9 giugno, ma soprattutto ad appena 48 giorni dalla scadenza della presentazione delle liste, che è il termine ultimo da tener presente per sbrigarsi a trovare una quadra sui nomi. Finora di certo vi sono solo pochi punti. Nell’ordine: 1) la voglia di discontinuità e di cambiamento dell’elettorato locale, percepibile a pelle se solo parli, anche di sfuggita, di politica amministrativa con qualche cittadino sangiovannese; 2) i tre – almeno finora- schieramenti apparecchiati in questi mesi per il dopo Crisetti, listoni imbottiti per lo più di civiche che fanno tanto “liste insalata” e che tanto danno arrecano alla chiarezza dell’appartenenza politica e partitica, la quale invece gioverebbe assai al cittadino elettore, specialmente anziano, al momento del voto); 3) la natura ibrida delle liste, ideate -sembra quasi- più “contro” qualcuno o qualcosa che a favore di un progetto per migliorare la città, per realizzare il quale – si badi bene- serve invece comunione di intenti e di visione. Che latitano. Non a caso le interruzioni anticipate si sono susseguite con frequenza a San Giovanni Rotondo negli ultimi vent’anni, tranne due consiliature quelle di Pompilio e Crisetti, arrivate fino in fondo però grazie solo a due ribaltoni, manco a farlo apposta, tanto da far guadagnare alla città l’appellativo poco lusinghiero di “città mangia sindaci”; 4) Infine: ad oggi si conosce un solo ed unico candidato sindaco ufficiale ed è quel Filippo Barbano che gode dell’appoggio del concittadino Giuseppe Conte, ex premier e attuale capo pentastellato. Il resto – e stiamo parlando dei candidati sindaci degli altri due schieramenti – è ancora di là da venire.

CENTRODESTRA IN RINASCITA SANGIOVANNESE Sul versante “centro destra confluita in Rinascita sangiovannese” da tempo si assiste ad uno stucchevole tira e molla sul dilemma (per la candidatura a sindaco) “donna sì, donna no, ma soprattutto quale donna? Quella proposta da tizio o quella proposta da caio?”. Insomma è tutto uno stressarsi a vicenda, un braccio di ferro che non giova a nessuno, la classica maionese impazzita inserita nel frullatore che schizza ovunque, un quadro informe e incerto la cui tossicità sta appestando il clima politico, il puzzle montato a fatica la sera e smontato al mattino, i repentini mutamenti di vicende e situazioni che alimentano frustrazione e scoramento, il perenne divenire che non ne vuole sapere di prendere forma e partorisce situazioni al limite del buonsenso o meglio del “non senso”.

Per non parlare poi del caos imbarazzante di professionisti interpellati che gentilmente declinano l’offerta, di nomi che rimbalzano sui media-web – spesso a loro insaputa – che costringono i diretti interessati ad intervenire energicamente (è il caso per esempio dell’azzurro Mimmo Longo) per smentire: “Mai stato in ballo come candidato sindaco… Mai… non riesco proprio a capacitarmi perché sia accaduto questo… come sia stato possibile abbinare il mio nome alla massima carica dal momento che non sono stato mai interessato a quell’incarico. E’ tutto così strano…” ammette. Poi ad accrescere una situazione già confusa di per sé, l’arrivo alcuni giorni fa dell’altrettanto confusionario diktat da Roma dei vertici di Forza Italia che mira a congelare (cosa?) ogni decisione riguardante i candidati sindaci. Insomma caos imperante. “Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente” e si ritorna a Mao Tse-Tung. Non solo. La novità dell’ultima ora – a conferma del caos (ancora) imperante – la porta Mimmo Longo, portavoce di Forza Italia in loco che ci informa: “Ieri sera c’è stato un incontro tra Forza Italia e UDC, che hanno confermato e consolidato la loro vicinanza, spronando la coalizione Rinascita sangiovannese affinché prenda atto dello stato di totale immobilismo. Non solo. È, infatti, necessario che si faccia un passo indietro, così da resettare tutto, a cominciare dall’azzeramento totale di tutti i nomi, fino ad oggi paventati, dei potenziali candidati sindaci, ufficiali e ufficiosi. Siamo convinti che la volontà di ottenere un buon riscontro elettorale ci farà fare la scelta giusta. Pertanto, si chiede agli alleati di non riproporre gli stessi nominativi circolati fino ad oggi, ma cercare di fare sintesi sul nuovo nome di un candidato condiviso. Il tutto entro una settimana, altrimenti ci sentiremo autorizzati ad esplorare nuove strade”. Insomma si è al punto di partenza, come nel gioco dell’oca. E agli ultimatum…. (sic!)    

PD E DINTORNI Nella compagine uscente, frutto del ribaltone dell’aprile 2023 che sta permettendo all’attuale primo cittadino di portare a termine il mandato (altrimenti sarebbe già andato a casa) è il Pd del riconfermato segretario sezionale Matteo Masciale a spingere per una eventuale ricandidatura di Crisetti. Ma dopo il ritorno dei fratelli Mangiacotti nei democratici (tornati alla casa madre dall’UDC a distanza di due lustri dicono, ennesimo capitolo del loro personale pendolo di “qua e di là”) è ingenuo colui il quale dovesse dare per scontata la ricandidatura di Crisetti. Anzi…. Innanzitutto perché di mezzo ci sono le elezioni provinciali di domenica 17 marzo e la verifica della tenuta degli accordi politici collegati a Giuseppe Mangiacotti (è stato però eletto). E poi c’è tutto il resto da considerare: ovvero Crisetti ha ancora chances di centrare il bis oppure è “azzoppato” (ovvero non gode più del consenso popolare) dopo 5 anni di crisi e crisette che hanno rivelato una amministrazione ad alto tasso di litigiosità, con un finale da dimenticare (vedi ribaltone) e va quindi sostituito. E’ in corso (ancora) questo tipo di valutazione.

 

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