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Amministrative 2024, caos centrodestra in Capitanata

La ricetta? Accantonare gli egoismi e ricercare a tutti i costi l’unione -che fa la forza- dandosi una visione alta e nobile per il futuro governo delle città. Il “modello” San Giovanni Rotondo (da seguire)

di Francesco TROTTA

Il centrodestra in Capitanata, a poco più di un mese dalla tornata elettorale dell’8 e 9 giugno 2024, non gode di “buona salute”. Infatti a causa di divergenze, scontri sotterranei, bisticci, dispetti, gelosie, la dovuta sintonia latita e la quadratura su nomi e candidature si allontana, preoccupando non poco gli elettori di area. I casi di Manfredonia e San Severo sono lì a dimostrarlo. Nei due popolosi centri della Capitanata si è ancora alle prese con la individuazione e condivisione delle candidature a primo cittadino e non mancano le fratture e gli scontri. La fase è di perdurante stallo e l’elettorato di riferimento è disorientato.

Eppure dinanzi alle divisioni nel campo largo tra Pd e M5S che stanno mandando in frantumi il centrosinistra a livello regionale e nazionale, alle “difficoltà politiche” di Emiliano a Decaro, agli interventi della magistratura in Puglia che Giuseppe Conte ha definito “indagini da far tremare i polsi” (ha ritirato la delegazione pentastellata dalla giunta regionale), alle dimissioni (notizia dell’ultima ora) dallo staff del governatore Emiliano dell’ex sindaco Angelo Riccardi colpito a suo tempo da declaratoria di incandidabilità (in concreto ha rinunciato a due incarichi: dal 2021 era consigliere di Emiliano per le tematiche ambientali e da marzo 2023 anche per la task force occupazione e le politiche del lavoro) il quale ha preferito evitare strumentalizzazioni “derivanti dalla mia posizione – ha spiegato – che mi vede colpito da declaratoria di incandidabilità (143 c. 11 TUEL) in via definitiva, provvedimento impugnato davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo”, sarebbe cosa buona e giusta -da parte del Centrodestra- approfittarne subito. E come? Siglando le dovute intese per veicolare all’elettorato il messaggio che il centrodestra è sinonimo di “coalizione forte e stabile”. Perché – sia chiaro- la crisi del centrosinistra a livello nazionale ed in particolare a livello locale ha tutta l’aria di essere un assist irrinunciabile offerto dal destino e dalla storia, che va colto e sfruttato al volo in quanto non si sa quando si ripresenterà. Ecco perché andrebbe velocizzata l’intesa in entrambi i Comuni: di fronte ad un avversario in seria difficoltà e intento a leccarsi le ferite bisogna contrapporre l’immagine di uno schieramento con il vento in poppa, caldeggiare l’idea di una coalizione unita da inviare all’indirizzo degli elettori di area, che non aspettano altro, ma soprattutto a quelli di oltre area, ovvero a quelli che in gergo sarebbero – in termini di consenso- da “catturare” alle prossime elezioni.

L’ESEMPIO POSITIVO ARRIVA DA SAN GIOVANNI ROTONDO – Come hanno fatto del resto a San Giovanni Rotondo, che oggi resta un modello da seguire: infatti nella città di san Pio i partiti di centrodestra (Fdi, FI, Udc, Lega oggi Valore Italia insieme ad alcune civiche) hanno creato in due mesi di duro confronto il listone “Rinascita Sangiovannese”. Lì, prima si sono scornati tra loro, hanno litigato, fatto scoppiare baruffe e bisticci, più volte hanno corso il rischio di vacillare, ma alla fine la convergenza l’hanno trovata. La quadratura, volute e cercata, c’è stata. Ed è quello che conta. E c’è stata perché il gruppo ha capito la necessità di “fare squadra”. Ha avuto l’intelligenza di capire che tutti dovevano fare un passo di lato per poter consentire alla coalizione di farne uno avanti. E così è stato. Andava data una grande dimostrazione di unione e compattezza e quindi di saggezza politica. Saggezza politica che i “colleghi” dei partiti di centrodestra di Manfredonia e San Severo (al netto delle diverse situazioni che contraddistinguono di solito le singole realtà locali) farebbero bene a recepire per giungere alle dovute intese. A San Giovanni Rotondo, va ricordato, ben nove liste hanno trovato la quadra puntando su Floriana Natale, una donna, avvocato, dando così una nuova speranza alla città del santo stigmatizzato che proviene da una consiliatura targata Pd dal passo claudicante e terminata grazie solo ad un ribaltone dai più definito imbarazzante (l’attuale sindaco uscente trovatosi senza maggioranza invece di ridare la parola al popolo elettore ha accettato le offerte del suo diretto competitor avversario di cinque anni prima collocato in minoranza arrivando a formare una nuova maggioranza -non votata dagli elettori- pur di terminare il mandato. Ma si può?).   

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