Parco del Gargano, deserta la seduta della Comunità dei Sindaci sul consuntivo 2023

Due mesi fa l’astensione sul previsionale 2024. Tornano intanto a circolare le voci di un imminente varo del consiglio direttivo, atteso da 4 anni. Una schiarita arriverà dal convegno di Vico del Gargano del prossimo 23 maggio. Annunciata la presenza del sottosegretario all’ambiente Barbaro (FdI)

di Francesco TROTTA

Il bilancio consuntivo e quello previsionale, si sa, sono due tra gli atti più importanti nella vita e nella gestione di un ente pubblico perché offrono l’occasione per misurare sia lo slancio programmatico sia i risultati raggiunti, sulla base dei quali si viene poi giudicati, come è giusto che sia quando si gestisce un ente che spende i soldi dei cittadini contribuenti.

Orbene, all’ente Parco nazionale del Gargano, la comunità dei 18 sindaci (più ente regione e provincia) si è prima astenuta sull’approvazione del previsionale e poi ha mandato deserta la seduta sul consuntivo (causa la mancanza del numero legale). “Ma il parere al bilancio – è scritto nella deliberazione presidenziale n. 12 del 29-04-2024 – si intende regolarmente acquisito”. E meno male, verrebbe voglia di esclamare. Perché – per fortuna- la normativa proprio allo scopo di non pregiudicare la continuità amministrativa dell’ente, assegna alla comunità di un Parco (composto, va ricordato, da sindaci di opposta provenienza partitica) il compito di rilasciare sui bilanci un parere (obbligatorio) ma meramente consultivo.

Quanto avvenuto, se sul piano amministrativo non ha prodotto effetti poiché il parere dei sindaci non è vincolante, viceversa sul piano politico ha una sua rilevanza, che non può e non deve essere ignorata: “non ci possiamo prendere la responsabilità di condividere bilanci in assenza degli organi collegiali” è il sottinteso messaggio fatto recapitare dai sindaci a Roma.

TRA ASTENSIONI E MANCANZA DEL NUMERO LEGALE, SUI BILANCI DEL PARCO I SINDACI HANNO OPTATO ANCORA UNA VOLTA PER LA “NON CONDIVISIONE” – Dunque ricapitolando: i sindaci si sono astenuti lo scorso 26 febbraio in quel di San Giovanni Rotondo sul bilancio previsionale 2024 ed hanno fatto andare addirittura deserta la seduta sul rendiconto 2023 a Carpino lo scorso lunedì 29 aprile 2024, perpetuando, e va sottolineato, un significativo solco tracciato già lo scorso anno (tre sedute convocate e andate deserte, tranne quella del 6 novembre). Che lettura dare a questi avvenimenti? Obiettivamente la lettura è una sola: un graduale e sostanziale “allontanamento” dalla gestione, obbligatoriamente solitaria suo malgrado del presidente, che in questi 4 anni ha patito (… o forse no?) l’assenza di direttivo e giunta (entrambi mancanti, ricordiamolo, dal 2020).

LA “STANCHEZZA” DEL PD – Per meglio comprendere il perché di quanto accaduto e magari farsi anche una idea di quello che pensa la gran parte dei sindaci (non tutti) della comunità del Parco (a maggioranza piddina) sul quinquennio del docente universitario (che ormai volge al termine), issato al vertice dell’ente da Lega e 5 Stelle nell’agosto 2019, giova ripescare la dichiarazione rilasciata a gennaio scorso al quotidiano l’Edicola del Sud dal sindaco di Monte Sant’Angelo Pierpaolo D’Arienzo, segretario provinciale del Pd nonché coordinatore regionale di Avviso Pubblico (fedelissimo dell’assessore regionale piddino Raffaele Piemontese): “Siamo stanchi degli atti monocratici del presidente del Parco e di una gestione sostanzialmente fallimentare per il Promontorio.” Tranchant…

LE CONSEGUENZE DEI RITARDI DEL MINISTERO – Sotto il profilo della condivisione della governance dell’area protetta, quanto accaduto in merito ai bilanci, denota l’inequivocabile segnale di un larvato nonché momentaneo “distacco” tra ente e territorio. Ciò appare evidente. Non va però nascosto che chi contribuisce in gran parte a rendere tale la situazione è lo stesso Ministero, il quale ritardando oltremisura la nomina degli organi statutari, priva per lungo tempo l’ente, di uomini e donne in grado di esercitare e garantire la collegialità richiesta per governare un’area protetta piuttosto complessa, come quella garganica, ampia 120mila ettari e fortemente antropizzata con i suoi 200 mila abitanti.

TORNANO LE VOCI SU UN IMMINENTE VARO DEL DIRETTIVO –  Per oscure ragioni, di recente, sono riprese a circolare tra i sindaci del Promontorio – che garantiscono sull’attendibilità della fonte in quanto di stanza a Monte Sant’Angelo – voci di un imminente varo del consiglio direttivo, assente da 4 anni. Circola finanche la possibile data: ai primi di giugno. Sarà così? Mah…. Siccome di anticipazioni simili in questi ultimi 4 anni ne sono circolati a bizzeffe, puntualmente smentite dai fatti, oggi le stesse non incantano più nessuno e vengono accolte dai garganici con una plateale, scettica nonché disincantata alzata di spalle. Poi magari è capace pure che la nomina avvenga realmente ai primi di giugno, come si vocifera (tutto è possibile), ma resta comunque il fatto che si è fuori tempo massimo. I 4 anni senza direttivo e giunta, all’ente Parco nazionale del Gargano non glieli restituirà nessuno. Se poi si considera che una simile criticità è riscontrabile anche in altri enti Parco, spontanea sorge la domanda: ma perché Roma lascia che le cose vadano in questo modo?

IL 23 MAGGIO IL CONVEGNO SUI PARCHI A VICO DEL GARGANO –  Le speranze dei sindaci di saperne di più sulle sorti del Direttivo, sono tutte riposte nel convegno in programma il prossimo 23 maggio – “Il ruolo dei parchi nazionali nella tutela e ripristino degli ecosistemi naturali” – che si terrà presso l’Auditorium comunale “R. Lanzetta” del Comune di Vico del Gargano (20mila euro, la spesa preventivata).

Il perché è presto spiegato: tra i partecipanti viene annoverato il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente e alla sicurezza energetica, sen. Claudio Barbaro, con delega alle Aree Protette. Chi meglio di lui è attrezzato per fornire i dovuti riscontri e le invocate e sacrosante delucidazioni sull’argomento.

Annunciati anche il dirigente della direzione generale patrimonio naturalistico e mare (PNM) del Ministero dell’Ambiente e alla sicurezza energetica, Oliviero Montanaro; il comandante delle Unità forestali, ambientali e agroalimentari (CUFAA) generale di Corpo d’Armata Andrea Rispoli; e il comandante del Comando Carabinieri Tutela Forestale e Parchi Nazionali, generale di divisione Nazario Palmieri. Dovrebbe esserci persino il direttore generale per il patrimonio naturalistico (PNA) Antonio Maturani.

Per i sindaci pertanto il convegno cade a fagiolo, in quanto è l’occasione giusta per “interrogare” il senatore di Fratelli d’Italia sulla sorte che attende il Direttivo (sarà edificato o no? l’ultimo nominato risale al lontano 23 aprile 2015), ma anche e soprattutto per chiedere lumi sul disegno di legge presentato dal collega di partito, il senatore Gianni Rosa (vicepresidente della Commissione ambiente) lo scorso 22 novembre 2023 che propone l’abolizione dei Direttivi negli enti Parco (tra i cofirmatari anche la senatrice Anna Maria Fallucchi). Insomma dal convegno ci si aspetta una schiarita sui dubbi che aleggiano in merito al mancato varo (finora) dell’organismo e se ciò sia da imputare (o meno) alla proposta di modifica della legge 394/91 in discussione dallo scorso 13 febbraio (data dell’assegnazione) presso la VIII Commissione, e il cui iter -a dar retta alle 4° sedute finora evase, 21 febbraio, 28 febbraio, 13 marzo e 24 aprile – viaggia spedito. 

 

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