A proposito del Comunicato dell’Amministrazione sullo stemma comunale

di Angelo CIAVARELLA

L’Amministrazione Comunale ha diramato un comunicato per far chiarezza sullo stemma comunale che si vorrebbe modificare. E lo fa riproponendo una comunicazione dell’Assessore alla Cultura del 2021, Meriligia Nardella.

Dice l’Assessore che, con la “collaborazione di persone appassionate di Cultura (!)”, finalmente, è stato rinvenuto “il sigillo antico depositato nell’archivio di Stato di Foggia e di Napoli”, grazie alla “certezza di una cura e di un’attenzione certosina”, forme nelle quali la “Cultura si esplica”.

Non ce ne voglia l’Assessore, però, se facciamo rilevare alcune cose sulla vicenda.

Il sigillo della “Università” (così prima si chiamavano i comuni nel Regno di Napoli) non è affatto depositato negli archivi di Stato di Foggia e di Napoli: nell’archivio del nostro Comune, infatti, ci sono decine di documenti con quel sigillo. La ricerca, quindi, non aveva bisogno di scomodare non meglio precisate “persone appassionate di Cultura” né di ricerche certosine, in quanto avevamo già in casa ciò che si cercava, come abbondantemente noto a studiosi e storici della nostra Città.

Infatti, se proprio vogliamo parlare di “persone appassionate di Cultura”, sarebbe bastato leggere qualche libro di Tommaso Nardella o di Pasquale Soccio (san giovanni in lamis – san marco in lamis origine e fine di una badia nascita di una città – 1982) e si sarebbe scoperto che, già quarant’anni fa, i nostri due storici avevano pubblicato questo sigillo, indicando pedissequamente le fonti cui hanno attinto.

Inoltre, questo sigillo già è in uso: infatti esso compare nel logo del giornale e delle edizioni “Qualesammarco”.

Tanto per dare il giusto merito ai nostri personaggi che, senza araldica e senza internet, facevano della conoscenza e della ricerca il loro obiettivo. Infine, mi permetto di rilevare che lo stemma e il gonfalone sono oggetto dell’art. 4 del nostro Statuto Comunale che reca in allegato il relativo disegno (che è parte integrante dello Statuto).

Pertanto, credo sia il caso di riportare la questione in seno al massimo consesso cittadino, organo competente per la modifica dello Statuto e, con la collaborazione di persone genuinamente “appassionate di cultura”, ricondurre la discussione sui giusti binari sia dal punto di vista storico che legale.

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