Una “Collection” musicale per Peppino Coco

di Luigi CIAVARELLA

Dopo due Compact Disc dedicati interamente alla poesia vernacolare di Joseph Tusiani, Peppino Coco, nativo di San Marco in Lamis ma residente a Castelfranco Veneto, aggiunge al proprio canzoniere un nuovo album dal titolo “Collection” che raccoglie vecchie e nuove composizioni che, pur nella loro evidente discontinuità di linguaggio e di stile, riescono ancora una volta ad emozionare l’ascoltatore.

Tralasciando la parte che riguarda la riproposta tout court di brani vernacolari tratti da liriche di Joseph Tusiani, peraltro tra le più belle e iconiche, già edite (rispettivamente Lu Frustere e La Padula, usciti nel 2004 e 2016), che il cantautore ha elaborato in motivi musicali, con gli arrangiamenti prodotti da Claudio Corradini, a cui rimando, ciò che invece colpisce di questa strana collezione, a mio avviso, è l’altra parte, quella inedita in italiano, in cui si possono trovare molti elementi nuovi e per certi versi sorprendenti che meglio definiscono la figura di Peppino Coco in campo musicale.

Infatti ciò che colpisce all’ascolto è la sensibilità con cui Peppino Coco affronta temi spinosi di attualità, con testi crudi che raccontano le tante tragedie umane dei nostri tempi. Dalla solitudine alla malattia ineluttabile (Quel sole rosso fuoco all’orizzonte) alla narrazione di uno stupro consumato ai danni di una migrante eritrea (A Tekle, con un testo toccante scritto dalla giornalista Francesca Mannocchi) Peppino Coco mette in fila, con una voce a volte sofferta altre volte impregnata di nostalgia, e una musica sullo sfondo che ora si fa dolce altre volte retrò (arrangiati magnificamente da Walter Bertolo) le tante vicende umane che caratterizzano la nostra epoca.

Ma vi trovano posto anche motivi più inclini alla nostalgia come per esempio Jusqu’à la fin, (testo di Peppino), molto bella, sostenuta da un suono di fisarmonica che sembra volerci trasportare nella Parigi dei boulevards, e Alla fine di via Agostinone, che insieme a Avevamo vent’anni e sognavamo (entrambi testi di Emilio Coco), fanno i conti con un passato non troppo lontano visto con gli occhi del desiderio e della nostalgia.

E’ tuttavia un album “scaturito dall’incontro letterario di Peppino con le poesie di Pier Paolo Pasolini e la lettura dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters“, come ci avverte Anna Siani nel booklet, che si nutre quindi di percezioni letterarie (il brano Per te, corsaro e luterano del tempo su testo di Pasolini va in quella direzione) ma allo stesso modo ci fa riflettere con storie vere, toccanti, interpretate con una sensibilità non comune che fanno di questa Collection, che vanta in copertina un bel ritratto del cantautore opera dell’artista Nicola M. Spagnoli, un unicum nella storia musicale di San Marco in Lamis.

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