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La biblioteca del Convento di San Matteo, una guida completa per conoscere un presidio della cultura

di Sergio D’AMARO

A distanza di poco più d’un anno dall’uscita del primo volume, ecco che padre Mario Villani, ci regala la seconda puntata di questo suo Il convento di San Matteo sul Gargano e il territorio. Vol. II: I mille volti della cultura, pubblicato dall’editore Pacilli in coedizione con l’Associazione Qualesammarco (nota introduttiva di Paolo Malagrinò e Annamaria Tripputi, Manfredonia, pp. 474, € 20).

Si tratta di un imperdibile strumento storico- bibliografico per entrare più in profondità nel nucleo portante dell’operazione culturale condotta dal convento di San Matteo nel più recente secolo di vita, almeno cioè da quel 1905 che segna la data d’inizio della biblioteca dell’ente religioso. Sotto i riflettori, questa volta, è proprio quest’ultima guidata per cinquant’anni dal citato frate, con le sue lodevoli credenziali già solo evidenti nell’attuale dotazione di ben centomila unità bibliografiche, un albero maestoso che vanta molteplici rami cresciuti nel tempo.

Istintivamente si è portati a guardare il convento e il suo bibliotecario puntando la memoria su Cassiodoro, ex ministro di Teodorico, che nel sesto secolo dopo Cristo, nell’antico Vivarium quasi affacciato sul mare di Calabria, accese un faro nell’oscurità dell’ormai caduto impero romano illuminando terre belle ma selvagge con la stella polare della cultura. Si pensi così al territorio del vicino paese di San Marco in Lamis, incastonato nel bel mezzo del sud interno destinato per una sorta di maledizione storica a restare fuori dai grandi commerci economici ed umani, ma per miracolo graziato poi da un segnale di futuro.

Un futuro venuto dal passato, appunto, questo convento e la sua biblioteca che per una singolare combinazione crebbero nel dialogo costante tra comunità religiosa e comunità civile, cooperando attivamente per la rinascita, che fu più evidente nei periodi successivi a crisi più vaste (si pensi al periodo post-risorgimentale, ai periodi post-bellici e poi allo sconvolgimento demografico delle emigrazioni).

Dal primo nucleo costituito dagli apporti unificati delle famiglie francescane di Osservanti, Riformati e Alcantarini, si passò nel tempo grazie ad innumerevoli donazioni, scambi e acquisti ad una mole sempre più imponente che si fregiò della presenza, oltre che di incunaboli e cinquecentine, di rarità soprattutto relative a testi sacri e teologici, arricchendosi di dizionari ed enciclopedie di assoluto valore storico come quella della Ciclopedia di Ephraim Chambers nella prima edizione napoletana del 1747 (Cyclopaedia or an universal dictionary of arts and sciences nella versione originale inglese, sostanziale modello della stessa più famosa Encyclopédie di Diderot e D’Alembert).

Padre Mario ci guida nelle sue dieci parti corredate di tre appendici a districarci nel labirinto dei suoi affollati scaffali, di cui ci racconta anche le avventurose vicissitudini, i tanti traslochi, le ristrutturazioni dei locali sempre più affamati di spazio. Grazie anche alle generose illustrazioni poste alla fine dello spesso volume, l’occhio può prendere confidenza con pezzi venerandi, tra ‘400 e ‘500, come quelli della Bibbia postillata dal dotto frate normanno Nicolò di Lyra o del Vangelo di San Matteo commentato dal teologo spagnolo Alonso Tostado.

Ma il repertorio illustrativo ci informa icasticamente sulle molteplici attività di promozione culturale, con convegni, mostre, concerti: basti ricordare almeno la Prima Mostra Bibliografica del Gargano nel 1967, il IV Centenario della presenza francescana nel 1978, l’VIII Centenario della nascita di San Francesco nel 1982, il primo centenario del ritorno dei frati e della fondazione della biblioteca nel 2005.

Si prende atto, ad esempio, della molto vivace attività musicale, dei tanti cori accompagnati da un monumentale organo, della intensa produzione editoriale di cui bisogna segnalare, oltre al Bollettino della Biblioteca, alcuni utili strumenti bibliografici come Per la storia del Gargano (uscito nel 1993 per le cure di T. Nardella G. Soccio e dello stesso padre Mario).

Spicca poi l’edizione, a questo riguardo, dei cinque volumi della Fisica Appula di p. Michelangelo Manicone (che ha dato anche il nome ad un centro studi attivo nel convento), opera fondamentale per capire, unendo spiritualità natura ed economia, storia e destino di un territorio ricco e complesso come quello della provincia daunia.

E poi bisognerebbe dire delle occasioni squisitamente legate alla figura di San Francesco, delle tante collaborazioni con enti e istituti di ricerca, di un efficiente sito Internet, della catalogazione aggiornata con i sistemi più moderni, di quelle 500 tavolette votive tutte amorevolmente digitalizzate e messe a disposizione dell’occhio dell’antropologo e dello studioso di religioni.

Un lungo elenco e un vero tuffo nella storia di un vivaio culturale che si è mostrato capace anche di supplire egregiamente alle carenze del territorio e di saperne qualificare l’ambizione di un suo elevamento umano e civile.

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