Migranti a Stignano, Cera: «Più della comunità sembra di “Caro Michele” e suoi amici»

Nota a cura del consigliere comunale, on. Angelo Cera

«Amici, quello che è successo in Consiglio comunale ha davvero dell’incredibile. Abbiamo ascoltato il Direttore Generale della Cooperativa FOCO, quella che gestirà il Centro per gli Immigrati al convento di Stignano, rivolgersi al Sindaco chiamandolo più volte “Caro Michele”. Sì, avete capito bene: “Caro Michele”, come se tra loro ci fosse un rapporto consolidato da anni.

Ma fermiamoci un attimo: da quando un Direttore Generale si rivolge al Sindaco con tanta confidenza? E soprattutto, questo rapporto consolidato da quando esiste? Prima o dopo che hanno deciso di trasformare il convento in un Centro di Accoglienza Straordinaria senza nemmeno interpellare i cittadini?

È chiaro che noi cittadini siamo stati esclusi da questa partita. Ma davvero non si poteva trovare un luogo diverso per questa iniziativa? Il Sindaco ha preferito discutere del futuro di un bene prezioso come Stignano con i suoi “cari amici” piuttosto che con la comunità che lo ha eletto. Ma d’altronde, si sa, “Caro Michele” evidentemente ascolta più loro che noi.

E voi, cittadini di San Marco, in quanti potete permettervi di chiamarlo “Caro Michele” e ottenere la sua attenzione? Quanti di voi sono stati ascoltati con altrettanto interesse?

Forse il Sindaco crede che il convento di Stignano sia roba sua, da gestire a piacimento con i suoi “cari amici”. Ma una cosa deve essere chiara: Stignano non è suo. È nostro. E noi non accettiamo decisioni prese sopra le nostre teste da chi si preoccupa più degli inchini con i potenti che del bene della comunità».

 

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