di Francesco TROTTA
Nell’anno del Giubileo una crisi politica amministrativa così dirompente era inimmaginabile solo fino a qualche tempo fa. Invece è tutto vero. La scintilla è scoppiata nella seduta dello scorso 21 febbraio quando l’accapo sul piano di gestione dei rifiuti è stato sonoramente bocciato (in quattro hanno votato con l’opposizione) facendo così rimediare al sindaco ed al resto della compagnia una scoppola non certo trascurabile ai fini della tenuta della coalizione “insalata” (ex militanti di centro destra, grillini e rifondazione comunista). Da allora lo scontro invece di spegnersi e rientrare, è, al contrario divampato (finanche sui social) ancor di più e pure con una certa virulenza. I toni sono lievitati facendosi sempre più infuocati.
Basta leggere il post del sindaco Barbano: “Io ai vostri ricatti non ci sto”. E’ una dichiarazione pesantissima che la dice lunga su quale sia lo stato dei rapporti tra gli alleati (alleati? sic!) e fornisce la cifra della crisi ormai in atto. Dal post, vergato dal primo cittadino, si viene inoltre a sapere che Barbano sfida i suoi nella pubblica adunata assembleare di domani giovedì 27 febbraio: “E’ quello che mi sento di dire pubblicamente e ho detto, ad alcuni consiglieri comunali che hanno determinato questa crisi amministrativa (no, caro sindaco la crisi non è amministrativa, è politica ndg): ci vediamo in aula, ognuno deve assumersi le sue responsabilità”.
Una seduta quindi che si preannuncia “caldissima”. Ed anche importantissima dal punto di vista politico-amministrativo. Perché? Perché la maggioranza, ormai frantumata, è chiamata ad approvare il fondamentale passaggio dell’approvazione del bilancio previsionale, senza il quale la crisi assumerebbe contorni imbarazzanti per il proseguo della consiliatura in quanto aprirebbe, giocoforza, all’arrivo del commissario da parte della prefettura. Viatico, come si può intuire, per una ipotetica interruzione anticipata della consiliatura.
Le crepe apertesi (ufficialmente) quattro giorni fa (ma chissà da quando tempo sono in atto), invece di essere suturate a stretto giro di posta, si sono -al contrario- allargate, provocando un corto circuito che non promette nulla di buono. Della situazione, ormai sempre più ingarbugliata, sarebbe stato informato finanche il buon Peppino Conte a Roma, il vero artefice – come si ricorderà- della sorprendente vittoria elettorale del giugno scorso di Barbano e company. Ma il buon Conte in questo momento ha altro a cui pensare.